Milan
Leao ancora in panchina: chiari i motivi delle esclusioni
L’attaccante esterno portoghese anche questa volta sembrerebbe non dover partire dal primo minuto: la situazione fa discutere animatamente.
Nel mondo del calcio, dove le cifre degli ingaggi e le clausole rescissorie si stagliano sullo sfondo delle prestazioni atletiche, la situazione del giocatore del Milan, Rafael Leao, lascia perplessi tifosi e appassionati.
Nonostante un contratto da 7 milioni a stagione e una clausola rescissoria che si aggira intorno ai 175 milioni di euro, oltre all’onore di indossare la maglia numero 10 e, a volte, anche la fascia da capitano, il portoghese si ritrova spesso relegato al ruolo di riserva, una scelta che sta sollevando interrogativi e discussioni sia all’interno che all’esterno dell’ambiente rossonero.
La gestione
L’attaccante sembra essere diventato una seconda scelta per Fonseca, nonostante le sue indiscusse qualità. L’inesorabile realtà delle ultime partite evidenzia un cambio di gerarchie all’interno della formazione, sancito da una serie di panchine che, più che delle punizioni, sembrano indicare altro.
In allenamento
Secondo quanto filtra da Milanello l’impegno del numero 10 è evidente in allenamento: sono numerose le occasioni di dialogo tra giocatore e staff tecnico, anche mediante video analisi e sessioni individuali. Tutto questo non fa pensare ad una rottura insanabile o comunque a rapporti tesi.
Il lavoro senza palla
Fonseca sembra avere aspettative ben precise sul contributo da dare in fase difensiva ed in pressione, aspettative che al momento Leao non sta riuscendo a soddisfare. La Gazzetta dello Sport evidenzia come i dati raccolti tramite i dispositivi GPS dimostrano come l’intensità difensiva espressa da Leao sia inferiore rispetto a quella dei compagni di squadra. Questa discrepanza nelle prestazioni senza palla ha portato Fonseca a preferire altri giocatori, come Okafor, il quale sembra interpretare il ruolo con maggiore continuità nelle due fasi di gioco.
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