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Atalanta, la ricetta di Reja: “Difesa a quattro, Denis e il supporto dei tifosi”

In tarda mattinata lo stato maggiore dell’Atalanta (il presidente Percassi e gli uomini mercato Marino e Sartori) hanno dato ufficialmente il benvenuto a Edy Reja, presentato a stampa e tifosi durante una conferenza stampa fiume durata più di un’ora. Tanti gli argomenti trattati dai diretti interessati, senza dimenticare l’esonerato Stefano Colantuono cui sono andati solo ringraziamenti e attestati di stima. La Dea è ancora fuori dalla zona rossa ma le quattro sconfitte consecutive, seppur maturate per un calendario non proprio semplice (Fiorentina, Inter, Juve e Samp) hanno alla fine decretato la sorte del trainer romano che secondo il numero uno atalantino “era quasi sollevato dell’esonero“, anche per via delle vicende personali che lo stanno coinvolgendo per l’ennesimo filone dell’indagine sul calcioscommesse.

Il nome di Reja è sbucato fuori abbastanza all’improvviso, suggerito da Marino che conosce benissimo il tecnico friulano avendo con lui lavorato ai tempi di Napoli e come ha confermato oggi il dirigente campano:

“Non posso nascondere di conoscerlo bene, i punti di forza sono la determinazione, l’esperienza e la conoscenza della materia. Lui appare placido e calmo, ma dietro le quinte è un’altra persona. Alle volte i burberi perdonano, quelli più tranquilli no, perché hanno un comportamento meno adrenalico; posso dire solo cose buone, non vuol dire che Colantuono non avesse tali qualità: come stimo Reja stimo anche lui”.

Sia Marino che Percassi hanno svelato come Colantuono fosse ormai scarico e forse per questo gli orobici ne hanno risentito in termini di risultati sul campo, tocca ora all’ex Lazio rigenerare uno spogliatoio comunque in salute e desideroso di tornare a far risultato fin da Parma (sempre se al Tardini si giocherà):

“Classifica bugiarda, la squadra è sempre stata all’altezza, in tutte le partite. Non ha mai subito l’iniziativa dell’avversario. Spesso ha condotto la gara, poi ci sono purtroppo degli episodi. Le qualità sono importanti, non per questo livello di classifica, sicuramente potevamo fare di meglio. Al di là dell’esperienza che posso avere, essere tenuto in considerazione dall’Atalanta è un onore. Poi ho trovato giocatori particolarmente motivati, anche se sono solo due giorni che sono qui. Situazione non semplice, entrare subito in sintonia, ma bisogna iniziare subito. Gruppo attento, volenteroso. Staff composto da professionisti, tocca a me portar fuori la squadra dalle zone basse della classifica. I mezzi ci sono. C’è una tifoseria passionale, il pubblico atalantino è sempre stato vicino alla squadra, sotto questo punto di vista chiedo che, nei momenti di difficoltà, ci sia il pubblico”.

Conosce già diversi giocatori per averli allenati alla Lazio, come Biava, Scaloni e Stendardo, o al Cagliari, vedi Bianchi, ma conosce bene soprattutto German Denis che ha avuto a Napoli e che avrebbe voluto portar con sé anche in biancoceleste:

“Gli serve una fiducia totale, lo conosco, siamo stati insieme. Pure a Napoli ha avuto qualche difficoltà, quando sbaglia qualche palla? Lì sono particolarmente esigenti, ma negli ultimi anni ha giocato campionati eccezionali. Sia per la capacità di movimento che per la finalizzazione. Ha fatto moltissimi gol. Io spero di ritrovarlo, è quello che ci manca. Ora dovrò parlare con lui”.

Difesa a quattro, due punte, Baselli e Cigarini padroni del centrocampo, ha parlato tanto anche di tattica e dei singoli, ma non intende stravolgere il lavoro svolto fin qui dal suo predecessore: “Non c’erano delle falle per il gioco o gli equilibri, solo un po’ di timore. Io le ho viste, ma poi devo fare valutazioni interne per accorgimenti specifici“. E così torna il vecchio Edy torna in sella dopo qualche mese di pantofole; anzi no:

“Mi sono tenuto in grande forma, 80 o 100 chilometri in bici li facevo. D’estate la barca, di conseguenza un po’ di moto l’ho fatto. Poi lo studio, per il lavoro. Perché ragazzi, negli ultimi dieci anni ho fatto cinque di Napoli e quattro di Roma. Alle volte hai necessità di staccare, alla Lazio ero confermato ma ho avuto bisogno di staccare”.

Ma ora è di nuovo carico, Percassi spera di aver fatto la scelta giusta anche perché Colantuono aveva un contratto fino al 2017 e a Reja ne è stato fatto uno di un anno e mezzo. L’Atalanta vuole salvarsi: “Non potevamo aspettare oltre, abbiamo valutato. Qualche volta anche in passato avevamo pensato di cambiare, ma ho sempre rifiutato. Poi ho deciso io di cambiare. A livello tecnico non ci sono più alibi, riferito a tutti, ai giocatori, pure a noi. Non c’è più da prendere sotto gamba nulla, dobbiamo essere concentrati e ottenere il risultato finale” ha chiosato determinato il numero uno atalantino.



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