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Allegri alla prova dell’Europa, per fare meglio di Conte

Obiettivo scritto: entrare nelle prime otto d’Europa. Inizia la corsa della nuova Juventus targata Massimiliano Allegri nella fase a gironi della Champions League.L’urna di Montecarlo è stata clemente con Madama, inserita nel raggruppamento A con Atletico Madrid, finalista lo scorso anno, Olympiacos e Malmö.

Proprio dagli svedesi ripartirà l’avventura bianconera, con ancora nitido il ricordo del dannato pomeriggio di Istanbul, dove il fendente di Sneijder – su un campo ai limiti della praticabilità – spazzò via i sogni di gloria della squadra di Conte.

Quel giorno la Vecchia Signora pagò gli errori di presunzione delle prime giornate e i due pareggi (diversi nella forma ma in egual misura gravi) con Copenaghen e Galatasaray (quest’ultimo a Torino, al 90′).
 Presunzione peraltro non nuova, dato che già l’anno prima Buffon e compagni dovettero rimediare al misero pari, in rimonta, contro i mediocri danesi del Nordsjaelland, andando in seguito a vincere sia contro il Chelsea che in Ucraina, in casa dello Shakhtar Donetsk.

Per questo domani si dovrà assistere a un’inversione di tendenza, al fine di non ripetere le partenze ad handicap delle ultime due stagioni.
Allegri è già uscito allo scoperto, annunciando durante la conferenza stampa di presentazione l’obiettivo dei quarti di finale, asticella minima per una squadra che, dopo il trittico di successi italiani, vuole ben figurare anche fuori dalle proprie mura.

D’altronde, l’allenatore livornese arriva forte dell’esperienza passata, con il suo curriculum che recita un sonoro quattro su quattro. Negli anni da tecnico del Milan, infatti, il passaggio agli ottavi di finale è stato sempre centrato senza nemmeno particolari affanni, escludendo forse l’ultima e più travagliata stagione, culminata poi con l’esonero e l’arrivo, in quel della fu via Turati, di Clarence Seedorf.

Proprio su questo punto le strade di Conte e Allegri si dividono in maniera inequivocabile: il primo ha sempre privilegiato tiranneggiare in Italia, con l’Europa ritenuta un surplus, un extra. Quest’ultimo invece vuole ben figurare e punta principalmente sulla Champions (senza per questo accantonare il campionato), conscio anche del fatto che un’eliminazione prematura macchierebbe indelebilmente la sua figura agli occhi dei tifosi, ancora scottati dal cambio in panchina.


Non è escluso, inoltre, qualche aggiustamento tattico, o, più radicalmente, un passaggio al 4-3-2-1, quando l’infermeria ridonerà al gruppo alcuni degli infortunati. 
Già l’anno scorso lo stesso Conte aveva adottato un modulo differente dal 3-5-2 nel doppio confronto con il Real Madrid, adattando Marchisio al ruolo di esterno alto nel 4-3-3 e chiedendo a Tevez un doppio lavoro sia in fase offensiva che in quella di non possesso.

Nelle altre gare, invece, l’allenatore leccese preferì affidarsi al più collaudato e consueto 3-5-2, secondo i più inadatto al contesto internazionale. 
E qui subentrano due considerazioni: il mercato non ha portato i tanto famigerati esterni per il reparto avanzato, anche se l’esplosione di Coman e il ritorno di Pepe potrebbero permettere ai bianconeri di sopperire a questa lacuna, con lo stesso Tevez in grado, all’occorrenza, di partire più largo.

Inoltre il 3-5-2 di Allegri è ben diverso da quello “contiano”: meno arrembante, più riflessivo e con i centrocampisti ancora più coinvolti nella manovra offensiva della squadra. Detto questo, il trend in queste prime due giornate è stato lo stesso, con una Juventus, seppur falcidiata da infortuni e squalifiche, solidissima dietro, anche se poco cinica davanti, dove non sempre ai pericoli creati sono susseguite le reti.

Ma con il Malmö sarà un’altra storia, con il vero primo test da non fallire. Nonostante l’emergenza dietro, rientrata con il trascorrere delle ore, e a centrocampo, dove la Juventus dovrà ovviare anche all’assenza di Pereyra, squalificato, che si aggiunge a quelle di Pirlo e Vidal. Al suo posto probabile l’inserimento di Asamoah, per la prima volta nel ruolo di mezzala, come ai tempi di Udine. Anche in questo Allegri potrebbe prendere le distanze da Conte, che ha trasformato il ghanese in una pedina fondamentale sull’asse di sinistra.



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