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Pirlo: “Dopo il mondiale in Brasile lascerò la Nazionale” – Video

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Andrea Pirlo, il talento indiscusso della Juventus e della Nazionale Italiana, non indosserà più la maglia azzurra dopo il mondiale brasiliano. Il centrocampista bresciano ha annunciato la sua decisione nella conferenza stampa di Mangaritiba, davanti ai giornalisti presenti. Il giocatore ammirato in tutto il mondo, l’unico fuoriclasse nominato in continuazione da Roy Hodgson (il ct dell’Inghilterra ha sempre ammesso che Pirlo è uno dei pochi calciatori in grado di spostare gli equilibri), lascerà il posto ai giovani come Verratti. Poche ore prima Pirlo aveva ufficialmente rinnovato il contratto con la Juventus fino al 30 giugno 2016. Un impegno con il club bianconero che terminerà all’età di 37 anni. In Nazionale Pirlo proverà a trascinare gli azzurri verso la gloria. L’Italia non parte con i favori del pronostico, è molto indietro in lavagna rispetto a Brasile e Spagna. Ma uno come Pirlo può portarla in alto:

“Il rinnovo con la Juve? Sono molto contento, vado avanti per altri due anni, il presidente mi ha dato la possibilità di continuare questa avventura. Non so se il calcio italiano se sia meglio di quello inglese, ma la mia scelta è di restare alla Juve perché ho trovato un ambiente buono dove si sta bene e si vince. Abbiamo altri obiettivi, non solo il campionato, anche la Coppa… Se sto pensando di lasciare la Nazionale dopo il Mondiale?
Sì, penso di chiudere qui in Brasile. Ho una certa età e c’è bisogno di dare spazio ad altri. Inutile continuare. Se poi c’è bisogno, non c’è problema. Ma se poi vengo in Nazionale e non gioco, mi incazzo, quindi meglio restare a casa. Noi abbiamo questa fortuna, dobbiamo fare un Mondiale da ricordare per tutta la vita.

Juninho Pernambucano ha fatto visita al ritiro della Nazionale a Mangaratiba. L’ex calciatore del Lione, specialista anch’egli nei calci di punizione, ha voluto omaggiare Pirlo con una maglia del Brasile e una del Vasco, mentre Andrea gli ha consegnato una maglia azzurra recante la scritta “con grande affetto e ammirazione”. Il ringraziamento di Pirlo:

“Juninho è stato molto carino, avevo parlato di lui nel mio libro ed è venuto in ritiro per ringraziarmi. Era molto emozionato di conoscermi, io lo stesso. Ma non mi ha consigliato di bere tanto… Indossare la sua maglia del Brasile? Non sono naturalizzato brasiliano, quindi è impossibile, però è stato un bel gesto. Se preferisco segnare su azione o su punizione? Direi che segnare su punizione mi piace molto. Il nuovo modulo? Abbiamo provato questa nuova soluzione, con un centrocampista più bloccato davanti alla difesa e due registi più liberi di creare. E’ una soluzione che ci piace e che può dare soddisfazioni. Verratti è un grande giocatore, molto giovane, ma ha già una grande esperienza internazionale, per due anni è stato titolare in Champions, ha grande personalità. Rispetto al mio gioco è diverso, lui gioca nel corto, nello stretto, io cerco la giocata nel profondo, ma è molto giovane e ha la possibilità di migliorare ancora. Diventerà uno dei più forti d’Europa”.

Poi le domande si concentrano sul modulo e sulla posizione in campo. Pirlo dice di non avere particolari preferenze:

“Il 4-1-4-1? Non è il ruolo che interpretavo quando ero giovane (il trequartista, ndr). Si tratta di una rotazione di centrocampisti così da dare meno riferimenti agli avversari. Con Verratti non c’è nessun problema, chi sa giocare a calcio è capace di giocare con chiunque. L’Inghilterra è una grande squadra, è migliorata parecchio, ha giovani con grande facilità di corsa e di gioco. Contro l’Inghilterra sono sempre belle partite perché abbiamo due modi diversi di giocare. Spagna e Brasile sono le favorite, ma il Mondiale è sempre ricco di sorprese. La Spagna è fortissima, con grandi giocatori. Nell’Italia c’è bisogno dell’apporto di tutti. Bastano 10′ per ogni giocatore, come nel 2006. Non basta un solo giocatore, ma ci vuole la forza di tutti”.

Per Pirlo l’Italia può vincere il mondiale e il caldo sarò un problema comune. Poi due domande su Tevez e sulla Colombia:

“L’Italia può vincere. Quando gioco, voglio arrivare fino in fondo, non mi accontento di passare un turno. Abbiamo una squadra molto competitiva e daremo il massimo. Il caldo non è un problema solo nostro, ma anche dell’Inghilterra. Per diventare il primo cannoniere al mondo sulle punizioni ne mancano ancora 3 o 4, non le ho contati, ma ho due anni a disposizione e credo di riuscire a superare quel record. La Colombia? (l’Italia potrebbe incontrarla agli ottavi, ndr). Ha fatto una grande qualificazione, ha giocatori forti anche se non c’è Falcao. Tevez? Sì, l’avrei convocato per quello che ho fatto in Italia”

La forza di Pirlo è la calma, la tranquillità nel gestire le situazioni più difficili e la capacità di mantenre i nervi saldi:

“Le marcature pesanti fanno parte del gioco. Ormai è un’abitudine avere un giocatore attaccato, non mi fa divertire, ma con gli anni ho cercato di adattarmi a questa marcatura. Poi fa parte del mio carattere non innervosirmi, non arrabbiarmi. Il mio cucchiaio al portiere inglese Hart? L’Europeo è una cosa, il Mondiale un’altra. Un anno fa l’ovazione al Maracanà per le mie 100 partite è stata emozionante. Era la prima volta che venivo in Brasile e mi è rimasta dentro. Stiamo lavorando per migliorare in difesa e in attacco. Abbiamo preso dei gol per errori individuali e non di reparto, quindi ci vuole più concentrazione. Quanto a Balotelli si allena come gli altri, ma se il gol non arriva come tutti gli attaccanti si dispiace, deve solo pensare a lavorare per la squadra poi il gol arriva. Abbiamo coscienza della nostra forza e abbiamo un obiettivo unico”.



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