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Celtic Glasgow | Il club annuncia la chiusura del settore occupato dai tifosi più “caldi”
L’originalità dei cori, gli striscioni innovativi e il tifo incessante, da anni caratterizzano il tifo dei supporters del Celtic Glasgow. Ma non è tutto oro quello che brilla. Con un lungo comunicato sul proprio sito ufficiale il Celtic Glasgow ha annunciato una decisione singolare per tentare di arginare la vivacità di un nutrito gruppo di tifosi, sempre presenti al Celtic Park. L’ “Area 111”, uno spicchio della curva biancoverde, era da tempo nel mirino del club e delle autorità scozzesi. Il gruppo che occupa quel settore si chiama “Green Brigade”. Fondato nel 2006 è uno dei più turbolenti della tifoseria. In sostanza il Celtic, in accordo con la polizia, vieterà l’ingresso ai componenti della Green Brigade nel solito settore.
Tutti coloro che vorranno continuare ad assistere alle partite dei “Bhoys” dovranno necessariamente cambiare zona dello stadio e accomodarsi “in ordine sparso” in altri settori. In caso contrario potranno scegliere di ricevere il rimborso dell’abbonamento. Nelle ultime partite contro il Cliftonville, il Borussia Monchengladbach e il Ross County i tifosi della Green Brigade si sono contraddistinti per i comportamenti giudicati troppo pericolosi dalla società. Il sovraffollamento, il pogo (finto combattimento e spintoni nella folla, tipico ballo dei concerti punk e metal), il “Body Surfing”, i movimenti laterali (molto comuni nei settori più caldi delle tifoserie britanniche) e la rottura di molti seggiolini, sono alcuni fatti contestati al gruppo ultras.
Il Celtic precisa che la decisione non è stata certamente presa a cuor leggero. Tuttavia la dirigenza reputa la sicurezza all’interno del proprio impianto come un fattore di primaria importanza e si augura che il dialogo con i tifosi possa proseguire: “Saremo felici di continuare questo dialogo e se il club dovesse ricevere rassicurazioni sulla sicurezza allora possiamo tornare a discutere in merito a questa situazione“, è la chiosa finale del comunicato.