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Palermo, Zamparini non si fascia la testa: “La B non è un inferno, risorgeremo”
Le speranze Maurizio Zamparini le aveva perse da tempo e da mesi ormai era rassegnato a una sciagurata retrocessione in Serie B del suo Palermo; si era riaccesa una fiammella di speranze con l’avvento del Sannino bis in panchina, l’ultima definitiva mazzata a ogni velleità di miracolosa salvezza contro l’Udinese al Barbera. Il canto del cigno al Franchi, 1-0 della Fiorentina con gol dell’ex Luca Toni mentre il Genoa piazzava il secondo 0-0 consecutivo per mettere al caldo il quart’ultimo posto, domenica pomeriggio la Sicilia rosanero ha finalmente preso coscienza dell’incubo in cui era piombata da mesi: dopo nove anni in massima serie l’anno prossimo il Palermo giocherà in cadetteria e dal derby col Catania dovrà sfidare i cugini (non odiati) del Trapani.
Già ieri Zamparini aveva voluto infondere una ventata di ottimismo tra i supporters palermitani scrivendo sul sito ufficiale (qui la lettera aperta), oggi il l’imprenditore friulano è intervenuto a Radio Uno ribadendo il concetto:
“Sto già programmando la nuova annata, gli ingaggi altissimi verranno rivisti, spalmati, ma non sarà un dramma, faremo nuovi investimenti, la retrocessione potrebbe essere un bene: risorgere dalla serie B per programmare di nuovo. Forse nove anni di serie A mi avevano fatto sedere, come se tutto fosse dovuto, risorgere dalla serie B ci farà bene. La serie B non è un inferno, la squadra va rifatta, forte, ma badando al bilancio, il telaio della squadra rimarrà quello di quest’anno con gli innesti che dobbiamo fare. Ci sono giocatori che non vogliono rimanere a Palermo in serie A, figurarsi in B. Ilicic ha 2-3 richieste, quella più decisa è di una grande squadra italiana e non è la Roma, Sabatini mi dice che non hanno soldi ma non è vero. Se comunque andrà via Ilicic, troveremo un giocatore giovane di grande livello per sostituirlo mentre Hernandez e Dybala resteranno e faranno la differenza”.
Di sicuro rimane un’annata storta, per non dire nera, in cui il flop della squadra è attribuibile quasi esclusivamente a Zamparini, non fosse altro per aver chiamato Malesani e poi di nuovo Gasperini quando bastava ripartire da Sannino:
“Stavo costruendo un nuovo ciclo con Sannino e Perinetti, poi ho commesso l’errore più grande da quando sono nel calcio dovuto alla mia stima per un allenatore come Gasperini che avevo cercato già quando è andato all’Inter e che pensavo potesse essere un nuovo Guidolin, che ci portò in serie A dopo aver sostituito Baldini. Quel precedente mi ha fatto fare un errore di valutazione, l’organico costruito con Sannino e Perinetti non si è ritrovato e da lì è cominciata un’annata disgraziata, con errori arbitrali tutti sfavorevoli e otto partite compromesse all’ultimo minuto. Facciamo ora tesoro degli errori commessi e ripartiamo, sicuri di fare bene e risalire. C’è la frustrazione di una sconfitta bruciante e avvilente, dopo la gioia data ai palermitani mi dispiace dare questa tristezza”.
E ora chi siederà in panchina l’anno venturo al Barbera? Sannino non si è detto sicuro di restare (d’altra parte per lui ci sono sirene da massima serie, leggasi Torino e Verona), Zamparini rimane sul vago:
“In panchina la speranza è di avere ancora Sannino, a proposito del quale Zamparini racconta: “Quando l’ho richiamato, gli avevo promesso un premio salvezza ma lui ha rifiutato ricordandomi che aveva già un ricco contratto. A ogni inizio di campionato penso di cominciare un ciclo con un allenatore ma i rapporti fra tecnico e presidenza devono essere diversi. Gli allenatori vengono messi sul piedistallo in cui decidono solo loro ma devono collaborare col presidente, col ds…”.
Il punto di partenza certo per la stagione 2013/2014? Il paracadute di 15 milioni di euro. La più grande incertezza? Maurizio Zamparini.