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Coppe Europee

La Lazio e la squalifica: “Se i tifosi non potranno entrare non entreranno neanche i giornalisti”

La Lazio è attesa da una serie di impegni importantissimi, sia in campionato che in Europa League. Si avvicina la partita contro il Milan, una sorta di spareggio per il terzo posto. Ma si avvicina anche il doppio confronto di Europa League contro lo Stoccarda, una competizione in cui la Lazio sta ben figurando. Ieri, tuttavia, è arrivata la stangata dell’Uefa nei confronti del club capitolino. La Lazio era già sotto diffida e sono bastate due o trecento persone che cantavano l’inno italiano con il braccio teso a indispettire i funzionari dell’Uefa presenti alo Stadio Olimpico, in occasione della gara di ritorno contro il Borussia Mönchengladbach. Due giornate a porte chiuse, una vera mazzata per i giocatori biancocelesti e la stragrande maggioranza dei tifosi.

Punizione eccessiva? Può darsi se si considera che in Italia ogni domenica si assistono a scene simili, in moltissimi stadi. Ma il club romano era sotto la lente d’ingrandimento dell’Uefa già da alcune settimane. E l’Uefa utilizza spesso il pugno duro, in questi casi. Ieri Massimo Oddo li ha definiti 2-300 imbecilli che vengono allo stadio, mentre l’intera tifoseria si è spaccata sui forum tra chi chiede decisioni più severe per i responsabili e tra chi giudica la sanzione dell’Uefa totalmente spropositata.

Lotito ha reagito duramente alla decisione che penalizza il club e migliaia di tifosi. La Lazio farà ricorso, queste le parole del presidente biancoceleste ai microfoni di Lazio Style Radio che racconta quanto visto durante la partita incriminata:

“Il delegato Uefa, invece di rimanere in tribuna ad assistere alla partita, si muove e va sotto la curva. Quando la curva si è accorta di questo ospite, intorno al 13′ del primo tempo, ha cominciato a cantare gli stessi cori che rivolgono a me, muovendo anche le braccia in avanti. A questo punto, il delegato scozzese ha consigliato a quello montenegrino di andare via da lì e recarsi in tribuna. Alla fine della partita, poi, come al solito, abbiamo fatto il consuntivo di quanto accaduto e l’Uefa ci ha espresso parole di elogio per l’organizzazione. Noi abbiamo una documentazione probante delle forze dell’ordine che testimoniano il contrario. Se ci fossero stati episodi gravi, percepibili, sarebbero arrivati all’attenzione delle Istituzioni preposte all’ordine pubblico. Se questo non succede, allora, vuol dire che non ci sono stati episodi particolari. In un momento successivo, si analizzano i filmati delle telecamere di sicurezza: bene, non sono stati esposti simboli o richiami a ideologie particolari. Mi fa strano, anzi penso sia impossibile, che una persona su ventimila sia riuscita individuare prima 200, poi sono diventati 300, tifosi nell’atto contestato. Ripeto, quel gesto è un gesto fatto per dar forza al coro che si sta facendo, lo fanno anche quando cantano contro di me. Ma anche se fossero 20-30 persone su ventimila, parliamo di percentuali irrisorie e allora non si può punire la società e una tifoseria che, ribadisco, è molto cambiata negli ultimi anni. La Lazio sta facendo di tutto per prevenire certi fatti, è sotto gli occhi di tutti. Giocare a porte chiuse penalizza i giocatori. Se ci fossero stati episodi evidenti, allora la punizione sarebbe stata giusta. Ma la Lazio paga ancora un’etichetta che gli è stata affibbiata anni fa. Io quando vedo episodi che vanno contro la realtà e la giustizia, allora combatto fino alla morte. La Lazio ha assunto atteggiamenti pedagogici e didascalici, è un modello e non può essere punita per il nulla o per un problema di facciata. La notizia, ieri, a noi non era arrivata ancora e in America già era stata rilanciata. I media americani ci attribuiscono aggressioni a Campo de’ Fiori e altre situazioni che non c’entrano nulla con la Lazio. Questo deve essere chiaro”.

Ancor più veemente l’attacco di Stefano De Martino che minaccia provvedimenti “di ritorsione” verso i giornalisti:

“Se non ci sarà la prese di posizione dei media nazionali sarà tenuta fuori anche la stampa dallo stadio. Se non entrano i miei tifosi non entrano neanche i giornalisti. Noi dobbiamo difendere la nostra gente. Non bisogna fare altre considerazioni. Dobbiamo lavorare tutti per difendere questo club. Basta con le cose dette e non dette, basta con l’atteggiamento dello scaricabarile. Non è giusto per la storia di questo club e per la sua gente. Oggi c’è la necessità di andare a protezione della Lazio e lo devono fare anche i mezzi di informazione, se non lo faranno sarà chiaro che la Lazio dà fastidio e allora io prenderò dei provvedimenti. […] Questo è il momento di dire basta e di stare insieme e pretendere dai mezzi di informazione la difesa della Lazio. Quando ci sono dei cori allo stadio, qualcuno si crea l’alibi e attacca la Lazio. Qualcuno si crea un alibi per poter dare un calcio alla Lazio. Adesso andiamo a vedere chi protegge la Lazio, quali media nazionali andranno a protezione. Se allo stadio non potrà venire la tifoseria della Lazio , allora tutti se la vedranno in tv. […] Il porte chiuse sono riferite a tre fatti (comportamento razzista, lancio di razzi e mancanza di organizzazione ndr) che noi non riteniamo siano accaduti durante la partita. Questo discorso non è dato dalla mancanza di peso della Lazio nei media nazionali ma il fatto che un certo tipo di argomento come questo e metterci la copertura di una emittenza nazionale non è semplice. Parliamo che all’interno delle redazioni un meccanismo che vada a tutela della Lazio e bisogna far capire agli operatori della comunicazione che la Lazio non può essere presa come modello negativo prendendo come alibi il coro contro il presidente. Chiedo ai tifosi di non creare alibi alla stampa. La società deve fare la società e difendere i propri tifosi ma dobbiamo spiegare alla gente che c’è bisogno di vicinanza e non di mode alla rovescia che non fanno bene […]”.

Dalla Germania, invece, il direttore sportivo dello Stoccarda Fredi Bobic è intervenuto sulla decisione della Uefa: “E’ un vero peccato o, sotto un altro punto di vista, è un vero dramma per i nostri tifosi, ma in queste circostanze abbiamo le mani legate. Nonostante il ricorso, dobbiamo vedere le cose con realismo e ci aspettiamo di giocare in uno stadio vuoto“, si legge sul sito ufficiale del club tedesco.



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