L’inaspettata vittoria del Pescara a Firenze ha messo in mostra il nome di Mattia Perin, portiere 20enne già ben noto agli appassionati di calcio; la sua è una parabola ascendente che gli addetti ai lavori considerano inevitabile viste le qualità indiscusse messe in mostra fin da giovanissimo quando calcava i campi di provincia in quel di Latina, sua terra natia. Cresciuto nella Vigor Cisterna e nel Nuovo Latina Isonzo, Perin fu scoperto dall’allora addetto al settore giovanile della Pistoiese Simone Mazzoncini che gli fece sostenere un provino nel 2006 sul sintetico di Capostrada, sotto la supervisione del preparatore dei portieri degli arancioni Nicola Melani; neanche 14enne, Perin bene impressionò e cominciò dunque la sua avventura in Toscana, per la prima volta lontano da casa:
“Cercavamo un portiere per la nostra squadra dei Giovanissimi Nazionali e a Capostrada arrivò questo ragazzino voglioso di mettersi in mostra. Ci bastarono pochi minuti per capire che aveva dei numeri ed infatti divenne il portiere dei Giovanissimi e, la stagione successiva, anche degli Allievi di un anno sotto età rispetto alle altre squadre. Poi passò al Genoa in prestito e da lì ha spiccato il volo…”.
Così Mazzoncini dalle colonne de Il Tirreno, quotidiano che ha sentito anche Melani:
“Quello che mi fa rabbia è che in questi ultimi anni troppa gente si è presa dei meriti che non ha sulla scoperta di Perin, giocatore portato a Pistoia da Simone Mazzoncini. Domenica ero in panchina con la Pistoiese e quando mi hanno detto che Perin aveva parato di tutto ero contento per lui ma anche arrabbiato perché sono un tifoso viola: ci ha fatto perdere tre punti importanti, accidenti! A 14 anni aveva delle qualità che non ritrovavo nemmeno nei portieri della prima squadra e per questo gli dissi: ‘Non so dove arriverai, ma farai sicuramente il calciatore’ e questo glielo ricordo ancora quando ci sentiamo. Se non si monta la testa, secondo me Mattia potrà diventare anche meglio di Buffon”.
Ancora è presto per fare un accostamento simile, anche se Perin e Buffon sono due nomi negli ultimi tempi spesso accostati; l’agente del giovane portiere Matteo Roggi racconta:
“Mattia e Gigi si sono conosciuti in Nazionale e lì è scoppiato un feeling. Per Mattia Buffon è un vero e proprio idolo: quando, infatti, in occasione di un collegamento televisivo a ‘Stadio Sprint’, Varriale disse al portiere della Juventus ‘Gigi ora parliamo con il tuo futuro sostituto’, Mattia è stato per la prima volta in soggezione. Questo perché, ripeto, per lui Buffon non è un suo collega, ma un mito, un idolo che ha sempre seguito. Mattia l’erede di Buffon? Lui ha tutte le qualità per fare una carriera come l’estremo difensore bianconero ma questo non vuol dire che le sue caratteristiche sono simili a quelle di Buffon”.
Perin dal canto suo vola basso e non ci pensa minimamente a cadere nel tranello di un’eredità così prematura e così pesante:
“Non è possibile per una questione d’età. Uno come lui nasce ogni 40 anni, io ne ho 15 in meno. Credo che dovrete aspettare un altro quarto di secolo per trovare un portiere altrettanto forte. Il suo errore di domenica? Anche questo capita una volta all’anno”.
Dopo i sei gol incassati contro la Juve, proprio Buffon andò da Perin e nell’orecchio gli consigliò di non abbattersi e di essere sempre spensierato, dote che sicuramente gli sarà stata necessaria per sfoderare una prestazione incredibile come quella del Franchi di Firenze. Quindici interventi su tiri nello specchio in una sola gara, la miglior performance di un portiere in questa stagione nei massimi campionati europei:
“Mi vengono i brividi ripensando a domenica. In televisione i giocatori della Fiorentina sono forti, ma vedendoli da vicino fanno davvero paura. La mia prestazione? Una cosa così capita una volta all’anno, perciò non vi abituate troppo”.
L’estremo difensore pontino svela poi un retroscena al Corriere dello Sport:
“Avevo 14 anni e con la maglia della Pistoiese feci un’amichevole contro la Fiorentina. Giocai bene e mi proposero una settimana di prova, ma alla fine non se ne fece nulla perché mi dissero che avevo il fisico troppo gracile. Ma ora i viola hanno comunque tre ottimi portieri”.
Dopo le panchine col Grifone, l’anno passato il prestito al Padova, tappa di formazione anche per il suo grande amico El Shaarawy. Il Faraone ora è idolo al Milan e ha anche conquistato la maglia azzurra dell’Italia, per Perin invece il futuro può attendere, a partire dalla Nazionale: in quella Maggiore avanti a lui ci sono grandissimi portieri come Buffon, De Sanctis e Sirigu, ma anche in Under 21 Perin sta trovando difficoltà con Mangia che gli preferisce il novarese Bardi ma anche Colombi del Modena. Lui non ci pensa, spera di salvare il Pescara e di tornare al Genoa, squadra che ne detiene il cartellino e a cui è molto affezionato (e dove esordì il 22 maggio 2011 contro il Cesena); occhio però perché su di lui ci sono già gli occhi di grandi squadre, Milan su tutti. Non c’è fretta, Perin sta maturando. Benissimo.
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