Anche se non è ancora ufficiale l’annunciato addio di Cavani è ormai prossimo, il suo agente sta definendo gli ultimi dettagli sulla buonuscita, mentre è già pronto l’accordo con il PSG dove l’uruguayano andrà a guadagnare in pratica il triplo di quanto percepito in questi anni all’ombra del Vesuvio. La sua cessione porterà al Napoli il famoso tesoretto da investire sul mercato per puntare con rinnovata fiducia allo scudetto e per disputare una Champions League da protagonista. Il presidente De Laurentiis fino ad ora si è dimostrato un abile imprenditore e forte della sua sbandierata napoletanità è riuscito a evitare le contestazioni.
Ma a Napoli c’è una fetta di tifosi tutt’altro che contenta della cessione del Matador e più in generale della gestione del club, per questo, utilizzando il potere di diffusione della rete stanno preparando la prima vera protesta contro il presidente cineasta. Stufi di effetti speciali e per niente eccitati dai nomi che la stampa ogni giorno tira fuori alla ricerca dell’erede di Cavani hanno deciso che faranno sentire la loro voce in occasione dell’inizio del ritiro di domani a Castel Volturno. In città gira un volantino che spiega con dovizia di particolare le radici del malcontento, sotto accusa anche la stampa locale colpevole di aver retto, non si sa quanto volontariamente, il gioco del numero uno partenopeo:
Fuori un altro. Avanti il prossimo.
Il progetto del Presidente, ha radici profonde e mente fina. Amico della famiglia Pozzo, e si vede eccome se si vede, ha subito capito che a Napoli, dopo anni di delusioni, bisognava innanzitutto “lavorar…si” i tifosi. E l’ha fatto alla grande, monopolizzando o quasi l’informazione e spettacolarizzando anche le cose più sciocche. E i risultati si vedono. Tifosi che si schierano contro i propri beniamini e giornalisti che hanno costruito le loro fortune grazie a nomi e nomignoli affibbiati ai giocatori del Napoli che ora non esitano a definirli mercenari. “O’ ciuccio chiama recchia longa o’ cavallo”.
Morale della favola: molti tifosi esultano per gli eventuali 63 milioni che il Napoli incasserebbe dalla cessione di Cavani. Ne sono orgogliosi, fieri. Come se prima dell’operazione avessero inviato a De Laurentis il proprio codice IBAN e adesso fossero in attesa del bonifico.
La canzoncina del momento è che Cavani se ne voleva andare. È normale, il Presidente l’ha fatta passare per radio e TV come se fosse il tormentone dell’estate. Poco ci è mancato che ne girasse anche un video. Senza perdere occasione di sbandierare a destra e a manca e riempiendosi la bocca del concetto di napoletanità, che lui non sa neanche cosa sia e dove stia di casa. Ma tanto basta per far vibrare le corde di un popolo che, ciclicamente, sembra quasi che aspetti che la storia gli propini l’ennesimo imbonitore di turno e approfittatore dei propri sogni, della propria passione e delle proprie speranze.
La canzoncina è stata solo un remake dei successi degli ultimi anni. Da Quagliarella a Lavezzi, passando anche per Mazzarri.
E nessuno a chiedersi, eventualmente, se fosse vero, del come e del perché, tutti se ne vogliono andare. Semplicistica appare la sola motivazione economica. Nessuno che provi a cercare un’altra eventuale chiave di lettura. Nessuno a chiedersi del come e del perché, ogni anno, il Progetto preveda la cessione di uno dei migliori elementi della rosa. Qualcuno, gli “sprovveduti”, avevano erroneamente pensato che il progetto prevedesse il rinforzamento costante e programmato della rosa, in modo tale da provare a riportare il tricolore a Napoli. E anche se, “vincere uno scudetto è da cafoni “ ( cit. A.D.L.).
Ad essere contestato è proprio il metodo De Laurentiis, i tifosi si chiedono come mai cessioni come quelle di Cavani siano inevitabili e individuano nell’intransigenza del presidente a proposito della famosa gestione dei diritti d’immagine la causa numero uno, anche se non l’unica. A proposito il Matador a Parigi ne avrà il pieno controllo. L’appello si chiude con l’invito a svegliarsi, al non prendere per oro colato ogni parola del patron, uno che con le parole indubbiamente ci sa fare, e a ragionare con la propria testa non confondendo gli interessi del Napoli e dei suoi tifosi con quelli della proprietà:
Al momento, il progetto potrebbe anche chiamarsi “Get money”, tanto per restare in tema “Delaurentismo”. Perché di cedere una parte dei diritti d’immagine, non ne vuole sapere. E’ vero che è la squadra a concedere vetrina ai giocatori, ma sono le buone prestazioni dei calciatori a farti conoscere nel mondo. Dividere equamente sarebbe forse più giusto.
Perché, se veramente lo vuoi tenere uno come Cavani,non inserisci nessuna clausola o, altrimenti, se proprio devi, ne stabilisci una fuori mercato. Va bene, ma di cosa stiamo parlando. Di una Società che non è neanche in grado di rinnovare i contratti ad elementi quali Campagnaro e Zuniga. Di un Presidente che da quando si è insediato, ha preso un solo giocatore uno, di un certo “nome”, Goran Pandev. Per il resto solo elementi prospettici con la speranza che diventino dei campioni, in modo da poterli cedere per realizzare le famose plusvalenze tanto care ai tifosi.
L’altra canzoncina del momento è che conta solo la maglia. E allora quella di Cavani, diamola al Rolando Bianchi di turno e tutti contenti. E i soliti “sprovveduti” che credevano che fossero i grandi giocatori a dare lustro e onore alla maglia e che i “brocchi” la mortificano soltanto. Che sciocchi, che sciocco.
Ma i tifosi restano zitti e muti. Imbambolati, fuorviati, strumentalizzati da un uomo che ha ridotto gran parte di una tifoseria ad un popolo di inetti che una volta, discorreva di calcio e giocatori, di moduli e tattica. E oggi, per la gioia del “capo”, discorre di marketing e plusvalenze, di working in progress e start-up, senza neanche sapere, cosa siano. E magari, nel frattempo, aspettano il famoso bonifico…
Gli strenui difensori del PROGETTO storceranno il naso. Diranno di aspettare. Che casomai Cavani dovesse andar via, verranno acquistati degni sostituti. Sognano Jovetic e c. Come se poi, il montenegrino, non lo si potesse sognare in coppia con Cavani. Ma il popolo ha bisogno di sogni. E aspetta. Aspetta come da sempre, la storia, a noi meridionali, pare abbia insegnato a fare. Solo che, mai come in quel caso, fu cattiva magistra.
BASTA CHIACCHIERE ORA DIMOSTRATE L’AMORE PER IL NAPOLI TUTTI UNITI A CASTELVOLTURNO CONTESTIAMO DE LAURENTIIS.
Non sarà quindi un primo giorno di scuola tranquillo per Benitez e i suoi ragazzi che potrebbero trovare un’accoglienza non proprio favorevole all’arrivo nel centro sportivo di Castel Volturno. Nel frattempo si resta in attesa dei colpi di mercato, di conoscere come si riempirà il vuoto enorme che lascerà Cavani, con il timore che possano fare le valigie altre pedine importanti dello scacchiere partenopeo come Campagnaro e Zuniga.
Sui forum e su Facebook, è nato anche un gruppo ad hoc, il popolo napoletano sembra dividersi tra chi non è disposto ad accettare lo status di continuo “work in progress” e vuole vincere qualcosa di importante, fare il famoso salto di qualità, e chi invece continua a dichiararsi fiducioso nelle scelte della società e del presidente De Laurentiis. C’è chi fa un parallelismo con la Juventus, salita dalla B insieme agli azzurri in questi anni ha vinto due scudetti e una supercoppa, per alcuni tifosi è doloroso ammettere che quello dei bianconeri è un progetto serio, da prendere come riferimento, e degno di essere chiamato con questo nome.
C’è da dire che comunque il mercato è ancora lungo, si chiude il 31 agosto e fino ad allora potrebbero esserci molte sorprese. I nomi fatti fino ad ora sono tanti, da Damiao del Internacional a Jackson Martinez del Porto, per arrivare a Vucinic, Jovetic e Negredo. Tutti giocatori importanti, è innegabile, ma sostituire Cavani non sarà facile per nessuno e, vista l’aria che tira, difficilmente i tifosi perdonerebbero alla società una stagione non all’altezza delle loro aspettative, o almeno all’altezza di quella da poco conclusa.
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