Ieri la Steaua Bucarest ha pareggiato una soffertissima partita sul campo del Legia Varsavia, un 2-2 che in virtù della regola dei gol fuori casa (all’andata era finita 1-1) ha consentito ai campioni di Romania di qualificarsi per la fase a gironi della Champions League, competizione vinta nel lontano 1986 e dai cui mancavano dall’edizione 2006/07: il club più blasonato di Romania (24 titoli più coppe e supercoppe) che l’anno scorso ha vinto il campionato dopo sette anni, quest’estate ha pensato all’attaccante di Gallarate Federico Piovaccari per rimpolpare il proprio reparto offensivo. Si tratta del primo italiano nella storia del club, un colpo ad effetto che ha fatto storcere il naso a molti tifosi: chi era quel lungagnone di quasi 29 anni che era appena retrocesso col Grosseto dalla Serie B alla Prima Divisione? I supporters della maggior squadra del Paese, tanto più perché speravano a ragion veduta di sfidare i colossi del calcio europeo nella fase a gironi di Champions, si aspettavano un bomber di altro spessore.
Ebbene, Piovaccari ha messo a tacere ogni scetticismo e con 3 gol in 6 partite di preliminari ha letteralmente trascinato i suoi sino all’urna di Nyon dove venerdì verranno sorteggiati i raggruppamenti di Champions: un gol contro i macedoni del Vardar, quindi due contro il Legia, uno nell’1-1 dell’andata e uno ieri, il momentaneo 0-2. Rivincita non da poco per il giocatore il cui cartellino è attualmente di proprietà della Sampdoria, dove arrivò nel 2011 dopo essersi laureato capocannoniere della Serie B col Cittadella: i blucerchiati, freschi di retrocessione in seconda serie, sganciarono ben 3,5 milioni di euro per lui facendogli firmare un quadriennale a mezzo milione a stagione. A Marassi non convinse, neanche nel prestito a Brescia ad inizio 2012; non andò meglio a Novara l’anno passato, quindi a Grosseto segnò sì sette gol in metà stagione (tra cui la doppietta con cui piegò clamorosamente il Sassuolo per 1-2 a domicilio) ma retrocesse di categoria e sbagliò anche tre rigori su tre.
Insomma, la Samp non sapeva più che farsene, Piovaccari dal canto suo covava dentro la convinzione di poter dire ancora la sua nel calcio che conta. Lo voleva l’Avellino fresco di promozione in cadetteria, aveva dato anche l’assenso, poi spuntano i rumeni e il centravanti lombardo non ci pensa su due volte: va bene anche in prestito, l’importante è giocarsi le proprie carte per trovare un posto da titolare e, chissà, la Champions League che aveva sempre visto solo in televisione. Arriva a Bucarest i primi giorni di luglio, la Steaua si riserva il diritto di riscatto, la Samp paga il 75% dell’ingaggio; tutto all’improvviso, come raccontava lo stesso Piovaccari a tuttomercatoweb quasi due mesi fa:
“E’ una nuova esperienza, mi trasferirò a breve spero, in una piazza importante: c’è da fare il preliminare di Champions e per me sarebbe una bella vetrina. Lo Steaua è la squadra più prestigiosa di tutta la Romania ed anche quello è stato un input importante. Certo, il campionato non è tra i top d’Europa, ma in A non ho mai giocato, solo in B e per me è un gradino in più nella carriera. Come è nata l’idea? Il mio agente mi ha contattato, ci ho pensato per un giorno intero, siamo stati ‘in ballo’. Io avevo già dato la mia disponibilità, ma anche la mia famiglia ha avallato la decisione e speriamo che vada tutto bene”.
In Italia non gli è mai stata data l’opportunità di misurarsi con la massima serie (“Accettai la Sampdoria in B che speravo fosse un gradino in avanti, da lì in poi non mi hanno più dato un’occasione, è il rammarico più grande“), ha trovato la sua dimensione in Romania. Benissimo nei preliminari di Champions, bene anche in campionato (subito in gol all’esordio il 17 agosto contro il Cluj, suo il primo gol dei campioni in carica nel 3-0 definitivo), Piovaccari è felice di aver fatto la scelta giusta. E ora sogna di giocare al Camp Nou o al Bernabeu.
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