Sono passati tre mesi dall’insediamento di Carlo Ancelotti sulla panchina del Real Madrid, non tanti eppure in Spagna è già tempo di tirare le somme, la crisi dei Blancos è l’argomento più dibattuto nel paese iberico. I motivi di questo momento negativo sono analizzati a uno a uno e sul banco degli imputati ci finiscono un po’ tutti, non c’è un aspetto della gestione del club che sembra funzionare, non c’è un reparto del campo dove le cose girano nel modo giusto. I due quotidiani più vicini al pianeta madridista, gli storici Marca e As, si divertono a compilare una sorta di lista delle cose che in questo momento non vanno. Se il secondo riesce a fermarsi a sei punti, per il primo sono addirittura sedici i piccoli dettagli da rifinire. As oggi ha titolato “Ancelotti è un pasticcio”, Marca ha definitivamente aperto “la crisi dei 100 giorni”.

Per entrambi l’allenatore italiano sta vivendo un momento di grande confusione e le sue scelte a bordo campo sono influenzate da questo aspetto e spesso risultano poco comprensibili. Detta così sembra che stiamo parlando di una squadra protagonista di un inizio di stagione balbettante, invece il Real nelle prime sette partite di campionato ha collezionato cinque vittorie, un pareggio e la sconfitta con l’Atletico Madrid. I 16 punti in classifica sono messi in ombra dall’infallibilità che ha caratterizzato il cammino dello stesso Atletico e del solito Barcellona, entrambe le squadre capaci di viaggiare a punteggio pieno.

Ma concentriamoci sull’operato e sulle critiche che gli stanno piovendo addosso in queste ore, provando a individuare i cinque maggiori problemi che attanagliano in questo momento le Merengues. Partendo dall’approccio alle gare e dal gioco espresso in campo, passando dal dualismo non risolto tra Casillas e Diego Lopez e dalla cessione di Ozil, per arrivare alla scarsa vena realizzativa di Benzema in questo primo scorcio di stagione.

Poca aggressività e mancanza di intensità

Fin da quando scendono in campo i giocatori dimostrano di essere troppo molli, scarsamente motivati. Manca aggressività e attenzione in difesa, non è un caso se il Real è riuscito a mantenere la porta inviolata in una sola occasione, su sette a disposizione in campionato, anche nella trionfale notte di Istanbul hanno concesso l’inutile gol della bandiera. In ben quattro occasioni in vantaggio sono andati gli avversari, nel derby per la prima volta non è arrivata la rimonta. Le uniche partite in cui i Blancos non hanno sofferto sono state quelle contro Getafe, Atheltic Bilbao e Galatasaray, in tutte le altre la squadra ha sempre ceduto il controllo della partita all’avversario facendo una grossa fatica a imporre il proprio gioco, subendo moltissimi tiri verso la propria porta.

La mancanza di un’idea tattica

Oltre ai problemi di testa di cui abbiamo già parlato ci sono poi quelli tattici. Ancelotti non ha ancora trovato il modo di far giocare la squadra, a volte il gioco si sviluppa su una fitta rete di passaggi, altre volte invece si cerca di arrivare a creare un azione offensiva con il minor numero di passaggi possibile, più concretezza e meno tikitaka. Ora l’ex allenatore del PSG sembra aver trovato uno schema di riferimento, il 4-4-2, questo ha comportato uno spostamento di Cristiano Ronaldo in posizione più avanzata, i gol sono continuati ad essere una costante, tuttavia il portoghese non si sente a suo agio in quella posizione che lo tiene troppo lontano dalla manovra e paradossalmente gli concede anche meno occasioni per esprimere le sue qualità. Il centrocampo risente dell’assenza di Xabi Alonso e anche in questo caso Carletto non ha ancora individuato la soluzione migliore, continuando a cambiare Modric e Illaramendi finendo col togliere confidenza e continuità a entrambi. Nel valzer dei mediani entrano anche Di Maria, Khedira e altri. Secondo gli spagnoli proprio il modo in cui l’italiano ha gestito Ozil ha fatto sì che il tedesco alla fine finisse col volere cambiare aria. Come è possibile notare di carne al fuoco ce n’è tanta.

Scelte di mercato sbagliate e rosa gestita male

Parlavamo di Ozil e di come è stato gestito fino al suo trasferimento all’Arsenal. Partito titolare a inizio stagione nelle prime due partite è stato sostituito, la terza l’ha seguita dalla panchina. Questo avrebbe innervosito molto il giocatore che alla fine ha ceduto alle lusinghe di Wenger, sollevando anche il malumore dello spogliatoio madridista, Cristiano Ronaldo ha espresso in più di un’occasione cosa pensa di quell’operazione di mercato. Poi c’è la grana Coentrao, il portoghese per tutta l’estate ha cercato il modo per lasciare Madrid, alla fine è rimasto a disposizione di Ancelotti che addirittura lo sta premiando con una maglia da titolare. Sono scelte tecniche legittime che però i tifosi non sembrano apprezzare, anche alla luce delle prestazioni del terzino, ma soprattutto la scelta non piace ai suoi compagni. Un ultimo dubbio, siamo sicuri che in questa squadra un Higuain non avrebbe fatto comodo? Avremo modo di riparlarne.

Il duello tra Casillas e Lopez per una maglia da titolare

Uno dei motivi di maggior tensione della gestione Mourinho è stato legato al duello tra i due portieri con il capitano del Real Madrid finito per essere la seconda scelta. Ancelotti ha ereditato il problema e invece di risolverlo in maniera netta ha optato per un compromesso salomonico che forse sta acuendo i dissidi. Alla fine il tecnico ha deciso che Casillas sarà il portiere per la Champions League e Lopez quello del campionato. Ovviamente nessuno riesce a trovare un solo beneficio in questa bizzarra soluzione, probabilmente non ne sono contenti nemmeno i diretti interessati. Casillas sta meditando l’addio e non è un caso se proprio oggi sono circolate delle voci a proposito di un suo flirt con il Milan.

Benzema è all’altezza di essere il punto di riferimento dell’attacco?

Di Ronaldo che non ama particolarmente il ruolo di partner offensivo nel 4-4-2 ne abbiamo già parlato, l’altro elemento della coppia però gioca nella posizione più adatta a lui e dovrebbe trarre giovamento da questa disposizione in campo. E invece Benzema è ancora a secco in campionato, per fortuna che come al solito il portoghese porta a casa la pagnotta e in otto uscite stagionali ha già timbrato il cartellino nove volte. Secondo alcuni il francese non ha la personalità per essere l’unico 9 vero della rosa e la troppa pressione sta influendo sulle prestazioni, Ancelotti non gli ha mai fatto mancare la fiducia, ripagata in parte solo dalla doppietta al Galatasaray. Ancora una volta ci chiediamo, c’era bisogno di vendere Higuain?

Questi sono gli aspetti sui cui deve lavorare Ancelotti, quelli più dibattuti in questo momento in Spagna dove è stata ufficialmente aperta la prima “crisetta” stagionale del Real Madrid. Mercoledì c’è la coppa, il Copenhagen non è un avversario temibile ma si sa che vincere aiuta a vincere, in campionato invece ci sarà la trasferta contro il Levante. In queste due partite è importante il risultato, ma di più lo è il modo in cui questo arriverà, servono due successi convincenti, non tanto nel punteggio quanto nella mentalità con cui verranno colti. I tifosi vogliono vedere la mano del tecnico sulla materia prima, ricchissima, che Florentino Perez gli ha messo a disposizione.

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ultimo aggiornamento: 30-09-2013


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