All’indomani del pareggio in rimonta ottenuto sul campo del Trabzonspor, la Lazio subisce una pesante sanzione dall’Uefa, per la quale i biancocelesti di Claudio Lotito saranno costretti a giocare un turno di Europa League a porte chiuse. Nel prossimo turno della competizione continentale, dunque, quando la Lazio dovrà affrontare i ciprioti dell’Apollon Limassol, lo Stadio Olimpico di Roma non potrà aprire i cancelli al pubblico. Lo comunica l’organo presieduto da Michel Platini con una nota che spiega i motivi che hanno reso necessaria la sanzione.
I sostenitori della Lazio, durante la gara casalinga contro il Legia Varsavia, vinta per 1-0 lo scorso 19 settembre, si sono resi protagonisti di cori razzisti nei confronti degli ebrei, hanno esposto uno striscione offensivo (“Uefa = Mafia”), hanno esploso petardi non autorizzati e hanno ritardato il calcio di inizio della partita. Claudio Lotito, oltre a veder giocare la propria squadra a porte chiuse il prossimo turno di Europa League, dovrà pagare una multa di ben 40.000 euro. La Uefa, con questa decisione, conferma la “tolleranza zero nei confronti del razzismo e delle discriminazioni in genere – si legge ancora nel comunicato -. Tutte le forme di discriminazione razziale sono una seria offesa ai regolamenti disciplinari e verranno sempre puniti con il massimo della pena”.
La Lazio, ora, potrà presentare ricorso entro tre giorni dalla ricezione ufficiale delle motivazioni. Difficile, però, che le istante del club capitolino vengano accettate soprattutto perché la Lazio è recidiva: si tratta della terza chiusura degli spalti dell’Olimpico per gare dei biancocelesti nel giro di pochi mesi. Durante la precedente edizione dell’Europa League, sempre per comportamenti razzisti e discriminatori da parte dei propri tifosi, la Lazio fu costretta a giocare senza pubblico con Stoccarda e Fenerbahce.
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