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L’incredibile storia di Berardi e il suo cuore bianco-nero-verde: una tripletta per il Sassuolo e per la Juve

Una tripletta in Serie A a 19 anni compiuti è un record? La risposta è no, prima di Domenico Berardi, ieri tre volte a segno nel 4-3 con cui il Sassuolo ha espugnato il campo della Sampdoria, totem del calcio nostrano come Piola, Meazza e Borel avevano realizzato una tripla marcatura nel massimo campionato ancora minorenni, ma anche senza tornare indietro nella preistoria del pallone solo due anni fa Grandolfo rifilò tre gol al Bologna a 18 anni con la maglia del Bari. Dunque una tripletta come tante altre quella di Berardi? Anche in questo caso la risposta è no e basta ripassarsi la sua storia per capire quanto sia eccezionale l’esplosione di questo ragazzotto di Bocchigliero, meno di 1500 abitanti sulla Sila, Cosenza, una storia che comincia con un sogno, prosegue con la rassegnazione e poi esplode con un colpo di fortuna. Domenico Berardi nasce a Cariati il primo agosto del 1994, papà Luigi e mamma Maria lo sostengono nella passione per il calcio fin dalla giovanissima età, lo iscrivono a una scuola calcio a Cosenza, lo accompagnano in lunghi viaggi infrasettimanali per allenarsi; dal profondo sud è però difficile emergere così il 16enne Domenico si rassegna e decide di proseguire negli studi continuando a giocare in provincia con poche velleità.

A 16 anni va a trovare il fratello Francesco, universitario a Modena, con cui va a giocare una partita di calcetto: contro ragazzi più grandi di lui, Domenico fa la parte del leone impressionando tutti i presenti in campo; uno di loro, amico del fratello, a fine partita gli confida di avere un amico che lavora nel settore giovanile del Sassuolo, si chiama Luciano Carlino, una proposta nata per scherzo si rivela fondamentale per il suo futuro: perché non concedere al piccolo ragazzino calabrese un provino coi neroverdi, ormai solida realtà della Serie B? Neanche a dirlo, Berardi stupì tutti e fu così aggregato agli Allievi del Sassuolo, dopo un anno il salto nella Primavera, quindi le convocazioni in prima squadra per volere di mister Fulvio Pea. L’anno scorso l’inserimento definitivo nella rosa “dei grandi” con Eusebio Di Francesco che impazzisce per lui, gli affida la maglia da titolare e viene ripagato con 11 gol in 37 partite; arriviamo dunque all’estate scorsa quando sul ragazzo si fanno insistenti le voci dell’interessamento di due giganti del calcio mondiale quale il Manchester United e la Juventus, con Marotta che alla fine la spunta.

I contatti con la società del patron Squinzi sono serrati e fruttuosi, il ds Bonato lavora alacremente coi vertici di Corso Galileo Ferraris, alla fine in Emilia arriveranno Marrone, Ziegler e Zaza, la Juve si accaparra Berardi che viene lasciato a maturare nella tranquilla Sassuolo. L’inizio di campionato è difficile: il ragazzo paga le tre giornate di squalifica rimediate nell’ultima partita della Serie B scorsa quando litigò con un giocatore del Livorno nel tesissimo match di maggio (che decretò la promozione dei neroverdi), poi non risponde alla convocazione dell’Under 19 e gli viene inflitto un altro turno di stop, Berardi esordisce in Serie A al San Paolo contro il Napoli e da lì la stagione della sua squadra cambia: sempre in campo, segna cinque gol contro Parma, Bologna e Sampdoria (quattro rigori, tutti e quattro realizzati), gongolano dalle parti di Sassuolo ma si frega le mani anche la Juve; mancino naturale, si muove con naturalezza sulla sua zona di competenza, calcia bene le punizioni, la sua intelligenza tattica commista a una tecnica sopraffina, fanno di lui un prospetto interessantissimo. Ci sarebbe di che montarsi la testa, ci pensa l’agente Beppe Galli a buttare acqua sul fuoco:

“La Juventus è stata la più veloce di tutte a puntare su Domenico, ma ora bisogna stare con i piedi per terra. I complimenti fanno piacere, ma bisogna volare basso, il ragazzo sta facendo bene e deve continuare su questa strada. I gol? Sta facendo bene, poi segnare una tripletta in Serie A non è mai facile, anche se adesso arriva il difficile, perché se in Serie A poi non segni per 3-4 partite iniziano a parlare di crisi. A Torino già a gennaio? Non so, non ho notizie, ma non credo. Sarebbe meglio continuasse tutto l’anno il lavoro con il Sassuolo”.

Dalla Calabria al palcoscenico nazionale più importante: Domenico Berardi sarà la prossima stella della Juve?



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