Il calcio mondiale piange il grande Eusebio da Silva Ferreira. Ex stella del calcio portoghese, seppur originario del Mozambico, Eusebio è morto nella notte a causa di un arresto cardiaco. È ricordato come una delle più grandi stelle della storia del calcio: l’apice della sua carriera lo raggiunse nel 1962 quando alzò al cielo con la maglia del Benfica la Coppa Campioni. Eusebio, soprannominato la ‘Pantera nera’, aveva 71 anni.
Da giocatore Eusebio fu un vero e proprio killer dell’area di rigore, che faceva della velocità e della dinamicità le proprie armi migliori. Grazie al suo contributo, nel 1962 il Benfica riuscì ad interrompere lo strapotere del Real Madrid conquistando la sua seconda Coppa Campioni della storia. La vittoria di quel trofeo, consentì ad Eusebio di portare a casa anche il Pallone d’Oro dello stesso anno: sarà il primo giocatore di colore a conquistare l’ambito premio personale, emulato nel 1987 dall’olandese Ruud Gullit.
Eusebio lasciò il Benfica nel 1975 con uno score di 301 presenze e 317 gol – una media realizzativa mostruosa – dieci titoli di Portogallo e due edizioni della Scarpa d’Oro. Decise di trascorrere gli ultimi anni della sua carriera alla conquista delle Americhe, andando a giocare prima negli Stati Uniti, poi in Messico, prima di finire in Canada. Con la nazionale del proprio Paese, collezionerà 64 presenze e 41 reti ottenendo il miglior risultato nel 1996 durante i Mondiali d’Inghilterra, dove il Portogallo arrivò terzo conquistando uno storico bronzo.
Per diversi anni, di discusse tanto sul valore di Eusebio e su chi fosse più forte tra lui ed il brasiliano Pelè. Tra i record di Eusebio, l’aver conquistato il titolo di capocannoniere sia in campionato, sia in Coppa dei Campioni sia ad un Mondiale di calcio.
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