Un vero e proprio show, che ricorda quello celebre di Giovanni Trapattoni ai tempi del Bayern Monaco, ma anche quello di Alberto Malesani, quando allenava in Grecia.
Stavolta però il protagonista è un allenatore meno conosciuto a livello nazionale. Si tratta di Franco Gagliardi, allenatore della Reggina, che a poche ore dalla sfida contro il Varese, ha dato vita ad una conferenza stampa particolarmente vivace con tanto di monologo ad effetto, di cui vi proponiamo il video in apertura.
I concetti espressi da Gagliardi sono legati all’importanza della gara in programma oggi (la Reggina è terz’ultima in classifica in Serie B) e all’amarezza per la mancanza di sostegno da parte della stampa locale ( “io conosco questo tipo di giornalismo a perdere, in attesa della perdita”):
Oh, qua c’è la salvezza di una società che non è di Foti, né di Gagliardi, né vostra: è del pubblico. Non avete fatto un appello al pubblico per dire che domani è la partita del centenario. Ci giochiamo le mutande. (…) Io stesso ho chiesto: quanto costa un biglietto? Toh, vaffancul0, comprati il biglietto. Domani ci dovrebbero essere 16 mila spettatori, io ho pianto al ritorno da Cosenza dove si stanno ingraziando una C2. E mi hanno chiamato merd@
Per rendere ancora più chiaro il concetto, nonostante l’uso di forme dialettali, Gagliardi ha detto con una verve da far invidia ad allenatore più giovani di lui:
Noi abbiamo bisogno del pubblico, domani servono diecimila spettatori, da voi mi sarei aspettato aiuto in questo, non nel discutere della formazione e di chi deve giocare.
Gagliardi, subentrato sulla panchina della Reggina a gennaio scorso, ha quindi proseguito dicendo che “se domani, non sia mai…me ne devo andare, ma non perché non vado bene, perché in questo momento siamo i migliori per la Reggina: non ce ne sono scienziati. Stiamo lavorando nello stomaco della gente, nel cuore dei giocatori. Erano persi perché ognuno si faceva i caxxi suoi”.
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