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Benfica, febbre da Juve: Jorge Jesus sa come fermare i bianconeri
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Che sia A Bola o Record, i due maggiori quotidiani sportivi portoghesi, a Lisbona questa mattina non si legge altro: a titoli cubitali sulle loro prime pagine si parla di “Orgoglio Benfica” e “Partita della vita“, enfatizzando e di molto la sfida di questa sera tra le aquile della capitale lusitana e l’agguerrita Juve griffata Conte. Di fronte due squadre che hanno dominato i rispettivi campionati, due corazzate diverse per molti aspetti ma simili in ferocia, intensità, per certi versi qualità; così come accomunate sono le due formazioni per assenze più o meno pesanti nei loro organici: ai padroni di casa mancheranno i quasi omonimi Silvio e Salvio, gli ospiti invece dovranno fare a meno del Guerriero Vidal. Saranno invece sicuramente protagonisti i due allenatori, istrionici, appassionati, caldi, molto caldi. I due hanno studiato, i due si rispettano, però non si temono: ieri Antonio Conte dalla pancia dello stadio Da Luz ha fatto i complimenti agli avversari non considerandosi però inferiore a loro, sulla poltrona ancora calda da cui aveva parlato il tecnico salentino si è poi seduto Jorge Jesus, molto determinato e sicuro di sé, per niente impaurito dal confronto.
“La Juventus è una squadra come tante altre, italiana quindi preparata e forte tatticamente, ma ho già incontrato squadre italiane in passato e in Europa spesso giocano differentemente: so come affrontarle e la Juve non fa eccezione” ha esordito sincero e spavaldo il nativo di Amadora che in realtà in carriera, tutta spesa in Portogallo tanto da giocatore quanto da allenatore, ha affrontato una squadra nostrana solo in occasione della Coppa Uefa 2008/2009 quando sulla panchina del Braga perse 1-0 a San Siro contro il Milan (era la fase a gironi con partite di sola andata). Tant’è, di sicuro il tecnico del Benfica avrà studiato a menadito la Juventus così come le caratteristiche del suo collega Conte, a cui riserva complimenti sentiti:
“Si giocheranno questa semifinale due grandi squadre, ma domani è certo che non si decide nulla. Il titolo portoghese non ci ha appagato. Ci siamo allenati tre giorni, siamo pronti ad una nuova sfida. In un certo senso, poi, siamo simili alla Juve, non solo perché anche noi abbiamo fior di giocatori, ma per l’approccio alla gara, alla filosofia con cui si affrontano gli impegni di volta in volta. Conte? Ha davanti a se una carriera brillante, è in procinto di vincere il terzo titolo e in Italia vuol dire grande lavoro. In tre anni ha lavorato con una squadra forte tatticamente e fisicamente. Pirlo? Non esistono al mondo molte squadre che hanno la fortuna di avere un giocatore forte e dalle sue caratteristiche, ottimo sia in fase difensiva che offensiva”.
Insieme al suo allenatore, ha parlato anche il centrocampista Enzo Perez; stringato e diretto, l’argentino ha spiegato: “Rispettiamo i nostri avversari, ma domani si gioca una semifinale, abbiamo fiducia nel nostro sistema di gioco e siamo tranquilli, siamo abituati a questo tipo di esperienze e ci siamo allenati bene in questi giorni“. Ora non resta che aspettare il fischio d’inizio, fissato come è noto per questa sera alle ore 21.05.