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27 Aprile 2014 – Pomeriggio da incubo ad Anfield Road. Al Liverpool di Brendan Rodgers sarebbe bastato anche solo un pareggio per restare padrone del proprio destino, ed invece è arrivata una sconfitta interna che brucia tantissimo, proprio contro il Chelsea di Mourinho, ultima squadra che era riuscita ad imporsi sui reds in campionato. Nella settimana che ha preceduto questa partita non sono mancate le polemiche. Tutto è iniziato con la diffusione della notizia secondo la quale l’ex allenatore di Inter e Real Madrid era intenzionato a fare turn over a Liverpool in segno di protesta contro i vertici della Premier, rei di non aver accolto la richiesta del Chelsea di anticipare il match al venerdì (o anche al sabato) in vista della semifinale di ritorno di Champions contro l’Atletico Madrid, in programma mercoledì prossimo.
Mourinho ha rispettato questo intento puntando su una sorta di formazione B, nella quale però figuravano comunque giocatori normalmente titolari come Lampard e Mikel perché squalificati per il match contro l’Atletico. Anche se con qualche interprete diverso dal solito, come ad esempio il giovane Kalas ed il veterano Ashley Cole, non è cambiato lo stile di gioco dei blues. Come accaduto a Madrid martedì scorso, anche oggi Mourinho ha ‘parcheggiato il pullman’ della squadra davanti alla propria porta, scegliendo di giocare con una formazione molto corta, con il baricentro basso per impedire alla squadra di casa le combinazioni palla a terra al limite dell’area.
La tattica scelta ha funzionato benissimo anche questa volta disinnescando gli avanti del Liverpool, utilizzando anche qualche trucchetto non propriamente sportivo. I giocatori del Chelsea fin dai primi minuti hanno fatto di tutto per spezzettare il ritmo del gioco, impiegando tantissimo tempo per battere rimesse laterali, calci di punizione e rinvii dal fondo. Un atteggiamento che non è piaciuto per niente agli avversari del Liverpool, caduti in pieno nel tranello perdendo la serenità. Significativi in tal senso gli applausi ironici che Suarez rivolgeva al portiere Schwarzer ogni qual volta quest’ultimo ritardava la ripresa del gioco.
C’è un episodio in questa partita che rischia seriamente di restare per sempre nella mente dei tifosi del Liverpool: lo scivolone del capitano Steven Gerrard durante il terzo minuto di recupero del primo tempo, che ha innescato l’azione del gol dell’1-0. Proprio l’uomo simbolo che, per adattarsi alle esigenze della squadra, ha accettato di abbassare il proprio raggio d’azione di una 15ina di metri per trasmettere sicurezza al reparto difensivo. Solo 14 giorni fa hanno fatto il giro del mondo le sue lacrime al fischio finale della partita vinta contro il Manchester City, che appunto rendeva il Liverpool padrone del proprio destino rispetto alle avversarie dirette nella corsa verso un titolo che manca da ben 24 anni.
Oggi proprio lui ha perso il pallone sulla trequarti scivolando in fase di controllo, permettendo così a Demba Ba di scappare in campo aperto e siglare il gol del vantaggio per gli ospiti. Nella ripresa Gerrard ha cercato più volte la via del gol con diversi tiri dalla distanza, che però non sono mai riusciti ad impensierire seriamente Schwarzer. Nel recupero è arrivato anche lo schiaffo del 2-0 firmato da Willian su assist dell’odiatissimo ex Fernando Torres.
In virtù di questo risultato ora è il City ad avere le maggiori chance di vittoria, perché nel caso in cui entrambe le squadre riuscissero a vincere tutte le partite da qui al termine della stagione (il City deve recuperarne una), sarebbe quella di Pellegrini a conquistare la Premier in virtù della migliore differenza reti, dato difficilmente migliorabile dal Liverpool se non con tre clamorose vittorie in goleada. Minori le chance di arrivare al titolo per il Chelsea, al quale servirebbe un passo falso di entrambe le rivali.
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