Nel corso della scorsa notte sono stati affissi nel centro cittadino alcuni manifesti firmati Curva A Napoli. In essi i tifosi esortano il presidente Aurelio De Laurentiis a osare per far sì che il club azzurro non si limiti a partecipare ma torni a vincere.
I manifesti recitano: “Il calcio è competizione e ricerca della vittoria. È tempo di osare. Napoli è stanca di partecipare”. A corredare il messaggio scritto c’è da una vignetta che raffigura De Laurentiis con gli scudetti vinti dal Napoli negli anni di Maradona, ormai ricoperti di ragnatele, e il suo scudetto del fair play finanziario, più volte rivendicato dall’imprenditore cinematografico.
L’iniziativa della Curva A ha prevedibilmente spaccato la tifoseria napoletana. Alcuni prendono le difese di De Laurentiis, ricordando che grazie a lui la società è tornata nel calcio che conta, dopo il fallimento e la caduta nell’inferno della Serie C. Altri sembrano condividere la protesta della Curva e mostrano preoccupazione per il mercato che finora non ha regalato particolari sussulti agli azzurri, eccezion fatta per Michu, il cui valore è però tutto da dimostrare in campo.
Il diretto interessato, De Laurentiis, non ha commentato la notizia, anche se è immaginabile il suo stato d’animo. Non è la prima volta che il presidente è vittima della contestazione della tifoseria. Era accaduta anche all’inizio del 2014 quando al San Paolo durante la partita contro il Chievo Verona comparve lo striscione “Sulla nostra passione vuoi lucrare, per fare i tuoi film che fanno cagare”. Anche in quel caso il motivo delle perplessità dei supporter era il mercato (di riparazione). De Laurentiis minimizzò, parlando di protesta di una parte minoritaria della tifoseria.
Pure dopo la cessione di Cavani al Psg, il patron azzurro fu molto criticato dai tifosi, placati però dall’acquisto di Higuain. Senza dimenticare la prima contestazione, datata 2009, e il vivace scambio di battute con un tifoso ad aprile scorso dopo la sconfitta contro il Parma (nel video in apertura di post).
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