La Russia non ha i soldi per pagare lo stipendio a Fabio Capello. Il commissario tecnico italiano lamenta da tempo un ritardo negli emolumenti di ben cinque mesi e la situazione sembra diventare sempre più tesa con il passare dei giorni. All’ultimo raduno, il ct si è già ritrovato senza Massimo Neri e Cristian Panucci, due dei suoi più stretti collaboratori: la federcalcio russa li aveva invitati a proseguire il loro lavoro nonostante privi di contratto, ma i due hanno deciso di avviare un vero e proprio braccio di ferro. “Senza soldi non se ne cantano messe”, è in soldoni il pensiero dei collaboratori di Capello, che sta pensando seriamente di lasciare l’incarico, che giungerebbe a naturale scadenza nel 2018.
La nazionale russa si sta preparando dunque ai prossimi impegni in un contesto quasi paradossale, con Capello e quello che resta del suo staff pronti a lasciare da un momento all’altro. Per ora il commissario tecnico temporeggia, nella speranza che qualcosa si sblocchi, ma a quanto pare non si intravedono sblocchi nell’immediato futuro. La conferma arriva Sergej Stepashin, uno degli esponenti della federcalcio russa, che in queste ore ha commentato così la vicenda:
“E’ chiaro che non è proprio un bene non pagare lo stipendio all’allenatore della nazionale, ma quando è stato firmato il contratto si doveva pensare a dove prendere il denaro per pagarlo”.
Fabio Capello ha prolungato il contratto con la federazione russa fino al giugno del 2018 lo scorso mese di febbraio e ha uno stipendio da circa 8 milioni di euro l’anno (è il paperone tra i ct europei). Secondo alcune indiscrezioni, in realtà, la federcalcio russa avrebbe i fondi necessari per pagare lo stipendio del tecnico friulano, ma starebbe facendo melina per portare il ct alle dimissioni, visto che i risultati sono stati molto insoddisfacenti ai Mondiali di Brasile 2014 e un esonero comporterebbe il pagamento di una penale milionaria.
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