Carlos Tevez, alla naturale scadenza dell’attuale contratto con la Juventus, tornerà al Boca Juniors. Ne è convinto il presidente del club argentino, Daniel Angelici, che qualche settimana fa è stato in Italia per parlare sia con il numero 10 bianconero, sia con la dirigenza della Vecchia Signora. Il numero uno del Boca ha incontrato sia l’Apache e il suo entourage, sia la dirigenza dei campioni d’Italia, seppur per questioni diametralmente opposte. Con Tevez si sarebbero poste le basi per il rimpatrio, con la Juve si è parlato di collaborazioni sportive, e non solo, nel futuro prossimo.
Confidandosi con la ‘Gazzetta dello Sport’, oggi Angelici si dice certo che a giugno 2016, quando scadrà il contratto di Tevez con la Juventus, il centravanti argentino tornerà in patria per chiudere la carriera con il club che lo ha lanciato nel grande calcio. Del resto, lo stesso ‘Apache’ ha puntualizzato ad una TV argentina durante le vacanze di Natale che “al momento non pensa a prolungare il contratto con la Vecchia Signora”.
“La sua idea è quella: rimettersi la nostra maglia. Tornare, dopo tanto tempo, per giocare altri due o tre anni ‘comodi’. Lo vuole lui, lo vogliono i suoi figli, la sua famiglia. Nel giro di un anno e mezzo un’idea si può anche cambiare. Ma in questo momento la sua idea è quella”.
Nessuna sorpresa, dunque, da parte del presidente del Boca, per le parole di Carlitos: la Juventus avrebbe già provato ad offrire al suo agente un prolungamento fino al 2018, ma almeno fino a giugno, la proposta non verrà nemmeno presa in considerazione. A fine campionato le parti si riparleranno, ma al massimo il dg bianconero Beppe Marotta potrebbe strappare un altro anno di contratto, con Tevez che tornerebbe in Argentina al massimo nel 2017.
“Non mi sono meravigliato quando ha detto che ora il suo pensiero non è rinnovare il contratto con la Juve – prosegue Angelici – E trovo inutile spiegare che la nostra porta per lui non è aperta: è spalancata. Tevez per i nostri tifosi non è un ex giocatore del Boca: è un idolo. Non è questione di età, ma di amore per la maglia. Guardate Milito, Veron, Maxi Rodriguez: chi sta tanti anni lontano, ha voglia di finire dove tutto è cominciato. E dove la gente ti aspetta. È così in assoluto, e tanto più se non solo in quel club hai iniziato la carriera, ma di quel club sei anche tifoso”.
Nessun problema, dunque, con la Juventus e la sua dirigenza: il presidente del Boca evidenzia che tutto stia avvenendo alla luce del sole e che la dirigenza bianconera rispetterà la volontà del calciatore. In ballo, infatti, c’è molto più del semplice cambio di maglia di Tevez.
“Una premessa: il rapporto fra Boca Juniors e Juve è ottimo. Ho già incontrato Andrea Agnelli due volte, la prima rimasi stupito per la bellezza dello Juventus Stadium e per quanto è giovane: mi fece vedere una sua foto, a 9 anni era già in campo a vedere un allenamento della Juve, e quel giorno ho capito perché a neanche quarant’anni è già presidente di un club così importante. Ci siamo rivisti a dicembre – aggiunge – e abbiamo chiacchierato, anche di Tevez ovviamente: so che non mi vede come un nemico. Il perché è semplice: loro sono i primi a rendersi conto di dover rispettare le decisioni di Carlos. E il fatto che scelga il giocatore è l’unica arma che ha il Boca per sperare in un suo ritorno nel 2016: le nostre disponibilità economiche non sono neanche minimamente all’altezza del suo prezzo. Né del cartellino, né del suo ingaggio”.
Tevez continua ad avere contatti frequenti con la dirigenza del Boca Juniors: l’argentino manda spesso Sms allo stesso presidente Angelici durante le partite del club sudamericano. Conferma di un amore incondizionato per quei colori, che presto o tardi riabbraccerà:
“Per vederlo (il Boca, ndr) va a dormire tardissimo, durante le partite mi scrive sms come uno qualunque della hinchada: ‘Oggi abbiamo giocato bene’, ‘Non si può sbagliare un gol così’, ‘Ma quell’arbitro cosa fa?’. Il giorno che ho presentato il nuovo centro di allenamento, alla conferenza era seduto al mio fianco e mi ha promesso che verrà per l’inaugurazione. Quando ‘senti’ una squadra così, non stai a guardare troppo a quanti anni hai. Anzi, un po’ sì. A 30 anni Carlos è nel suo momento migliore e che al Boca vuole ancora dare un po’ del suo meglio: soprattutto da attaccante, a 36-37 anni non dai quello che puoi dare a 32. La Juve è un grande club, ma anche il Boca. In nazionale si va in base a ciò che fai in campo, non alla squadra in cui giochi. Faranno di tutto per fargli cambiare idea – conclude – , ma hanno ben chiaro cosa ha in testa. E che alla fine sarà lui a decidere”.
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