Il caso Bee non è ancora chiuso, a quanto pare. Ricapitoliamo: ieri è stata ribadita l’offerta di Bee Taechaubol (poco meno di un miliardo di euro), ma è arrivata anche la risposta di Finivest per dire che il Milan non è in vendita e per manifestare dubbi sulla realtà patrimoniale di mr Bee e insinuare che alla base ci sia la voglia di pubblicità gratuita.
Nelle ultime ore il nuovo intervento dell’imprenditore thailandese. Il quotidiano La Repubblica riporta alcune sue dichiarazioni, che fungono da precisazione:
Non è beneficenza: il potenziale del calcio nel nostro continente è straordinario. E non è speculazione: il nome e il prestigio del club lo escludono in partenza. Ho esposto un progetto di sviluppo articolato, con un piano particolareggiato per ogni grande città d’Asia. Sono convinto del formidabile valore del brand su un mercato da potenziare. Io non millanto capitali. La proposta è seria e solida. I colloqui con Berlusconi sono stati sereni e gradevoli.
Taechaubol ha quindi confermato di aver “presentato l’offerta per ottenere una quota di maggioranza del Milan, sulla base di una valorizzazione complessiva di poco meno di un miliardo di euro”; ha ribadito inoltre che “la trattativa va avanti da ottobre” e che resta in attesa del “riscontro da Berlusconi” dicendosi “pronto a chiudere entro fine febbraio”.
Secondo La Repubblica un primo incontro de visu tra Bee e Berlusconi sarebbe avvenuto il 18 gennaio scorso ad Arcore. Il quotidiano italiano sostiene che se Fininvest dovesse preferire i cinesi di Wanda Group (opzione per la quale lavorano Galliani e Barbara Berlusconi) dovrebbe pagare una robusta penale a Mister Bee
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