L’urna svizzera, territorio neutro e neutrale per tutti tranne che per i malpensanti, ha detto bene all’Italia bianconera. Lo si è capito dalle reazioni delle tifoserie e dei media nazionali: il Monaco era e resta per tutti l’unica squadra materasso del lotto delle otto qualificate ai quarti di finale della Champions League 2014/15. Se però i monegaschi sono lì qualcosa devono esserselo pur conquistato, nonostante l’annata sia incominciata con le uscite di Falcao e di un certo James Rodriguez e con il consolidamento al ribasso rispetto alle follie dell’anno precedente messe in piedi dalla proprietà russa. Restano quindi una serie di incognite cui la Juventus dovrà fare bene attenzione, principalmente di natura tecnica visto che a parlare, come sempre, sarà soltanto il campo:
1 – Il Monaco del portoghese Jardim gioca un calcio pratico, ma soprattutto un 4-4-2 vecchia maniera contro cui non si è più abituati a giocare neppure in Italia (soltanto il Chievo di Maran lo pratica). Linee strette, ritmi non vertiginosi, compattezza e ricerca delle sovrapposizioni alte. Tutto questo ha permesso ai monegaschi un equilibrio in questa Champions superiore a quanto visto in Ligue 1 (anche perché la squadra ha davvero pochi ricambi all’altezza). Non deve quindi trarre in inganno l’approccio alla partita completamente errato avuto nella gara di ritorno contro l’Arsenal negli ottavi.
2 – Il Monaco segna il giusto, dicono i cinici. Più onestamente parlando si può dire che segna davvero poco. Sette gol in questa competizione fin qui. Ma il dato che fa più notizia è che non ci sia un solo calciatore con più di una rete all’attivo. Sette marcatori diversi, un po’ in tutti i ruoli, segno comunque che almeno il gruppo è coinvolto interamente. Il rebus quindi è: qualcuno deve ancora sbloccarsi o per il trio Barzagli-Bonucci-Chiellini sarà davvero una passeggiata di salute?
3 – Poi c’è la difesa. Terza migliore di questa Champions League. Definita impenetrabile, se non fosse che concede il 30% dei tiri in più rispetto alle altre squadre rimaste in corsa. Solo fortuna? O tanta bravura dell’estremo Subasic, portiere estremamente sottovalutato che costringe l’ex romanista Stekelenburg alle 0 presenze stagionali? Un bel mistero che sa anche di bluff.
4 – Anthony Martial è il nuovo Thierry Henry? Non sarà magari questo il definitivo banco di prova (è un classe 1995) ma se il Monaco ha lasciato andare l’argentino Ocampos anche solo in prestito a metà stagione è anche perché dietro sgomitava questo possibile campioncino che è in grado di fare con naturalezza tutti i ruoli dell’attacco. Servirà non fargli prendere fiducia e volare sulle ali dell’entusiasmo: è tra i più pericolosi, e nessuno sa ancora esattamente fin dove si potrà spingere…
5 – I bookmakers, questi nemici. L’unico contrattempo del pescare bene è nel trovarsi poi nella condizione di non dover sbagliare per non finire nel territorio del “fallimento”. Maggiori o minori pressioni rispetto al giocarsela con un Real Madrid? Il confronto è davvero così squilibrato? Il Monaco oggi perderebbe contro il Borussia? Ai posteri l’ardua sentenza.
Riproduzione riservata © 2024 - CALCIOBLOG