La notizia dell’arresto dell’oligarca russo Roman Abramovich ha iniziato a fare il giro del mondo nel pomeriggio, inizialmente diffusa dall’emittente televisiva Rbc-Tv è stata poi ripresa dai maggiori media fino ad arrivare negli Stati Uniti attraverso il tam tam scatenato dai social network, Twitter in testa. Secondo le indiscrezioni diffuse il presidente del Chelsea sarebbe stato fermato a New York dall’Fbi, la rete televisiva aveva poi promesso maggiori dettagli alle 18 di pomeriggio, secondo il fuso orario russo, dettagli che però non sono mai arrivati.
A smentire categoricamente la notizia ci ha pensato il portavoce di Abramovich da Mosca, John Mann ha prima parlato con i media inglesi, poi ha pubblicato un aggiornamento sul suo account Twitter: “All’alba dal 2013 sono sufficienti 4 righe su un sito web con una dichiarzione attribuita a una fonte anonima per creare una tempesta mediatica. Lunga vita alla stampa libera!”. Ciò che più conta è soprattutto la smentita dell’Fbi che attraverso il suo ufficio comunicazioni ha fatto sapere: “Quello che possiamo dire è che Abramovich non è stato arrestato e non è detenuto da parte nostra”. Anche il Chelsea ha emesso un comunicato stampa con il quale ha negato che il suo presidente sia stato arrestato o fermato dalle autorità americane.
L’uomo d’affari russo si trova effettivamente negli Stati Uniti, si tratta però di un viaggio di piacere avendo raggiunto la sua terza moglie, Dasha Zhukova, che in questi giorni darà alla luce il suo settimo figlio. Resta ora da capire il motivo per il quale sono circolate queste voci e chi ha avuto interesse nel diffondere una notizia del genere. In giornata l’avvocato di Boris Berezovsky, l’oligarca trovato morto a Londra, commentando la notizia aveva parlato, riportando come fonte persone vicine ad Abramovich, di riciclaggio di danaro e aveva poi aggiunto: “Lo rilasceranno su cauzione e ovviamente molto in fretta, naturalmente se è vero”.
La teoria che appare più fondata è quella della speculazione finanziaria, di sicuro le azioni della sue Evraz, quotate a Londra, hanno perso in pochissimo tempo il 6% del loro valore per poi riguadagnare terreno dopo la smentita della notizia circolata in precedenza. Ovviamente ora sarà aperta un’indagine, la diffusioni di voci incontrollate che influiscono sui mercati finanziare sono un reato e quindi si cercherà di individuare i responsabili.
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