Demetrio Albertini ha deciso di fare il grande passo, ovvero di annunciare ufficialmente la sua candidatura alla presidenza della FIGC in contrapposizione al candidato unico Carlo Tavecchio, attuale Presidente della Lega Nazionale Dilettanti. L’ex calciatore del Milan aveva sempre rigettato l’ipotesi di candidarsi per il dopo Abete, sostenendo di non essere disposto a diventare il responsabile di un organo che non avrebbe avuto nei fatti la possibilità di fare riforme importanti per riuscire a cambiare il calcio italiano a causa dell’ostruzionismo della vecchia dirigenza.

Qualcosa è cambiato pochi giorni fa, durante una discussione tra i rappresentati dei vari club di Serie A nella sede della Lega. I Presidenti delle varie squadre si sono confrontati cercando di arrivare alla votazione del prossimo 11 agosto esprimendo una preferenza il più possibile condivisa. In questo momento in Lega, infatti, esiste una spaccatura, che vede da una parte i favorevoli all’elezione di Tavecchio e dall’altra quelle società che vorrebbero invece un volto nuovo, possibilmente quello di un ex calciatore come Albertini.

Claudio Lotito e Andrea Agnelli, i due capofila dei due schieramenti contrapposti, hanno deciso di stilare a quattro mani un documento con le richieste di cambiamento che convincono entrambe le parti da presentare ai candidati per l’elezione alla presidenza federale. In ballo c’è anche la possibile riduzione del campionato di Serie A dalle attuali 20 a 18 squadre, così come l’ennesima riforma della giustizia sportiva, lo snellimento delle procedure burocratiche nei rapporti tra Lega e FIGC ma anche, e soprattutto, una serie di proposte per innalzare il livello qualitativo dei settori giovanili italiani.

Su questa base Albertini ha capito di poter riuscire a recitare un ruolo importante nell’interesse di tutti, contrapponendosi efficacemente a Tavecchio. Queste le parole di Albertini nella conferenza stampa indetta oggi per annunciare la sua candidatura:

“Mi metto a disposizione di quello che potrebbe essere il rilancio, potrei fare il regista del cambio di marcia del nostro calcio. D’altra parte il regista lo facevo già in campo… Da quando si sono dimessi Abete e Prandelli ho incominciato a ricevere telefonate e apprezzamenti da parte della gente che mi chiedevano di mettermi a disposizione. Oggi mi metto a disposizione.”

Per Albertini il punto centrale da cui ripartire sono i vivai, ormai totalmente o quasi abbandonati a loro stessi:

“La nostra Serie A deve attingere dai vivai: se non dovessimo riuscirci, difficile proporre qualsiasi modello sportivo. Dobbiamo guardare all’estero: non solo alle seconde squadre, ma a tutte la varie componenti. L’obiettivo è quello dei tedeschi,senza regole, hanno il 36% degli stranieri, noi siamo al 54%. Dobbiamo puntare al loro livello”.

Riuscirà Albertini a sovvertire l’esito di una votazione che sembra scontata in partenza? Al momento stando a quanto è stato detto pubblicamente e quanto si è bisbigliato nelle stanze del potere del calcio italiano, Tavecchio dovrebbe poter contare su una larga maggioranza, molto vicina al 60%. Non sarà facile riuscire a far cambiare idea a quanti preferiscono non rischiare, conservando quel poco che hanno adesso, piuttosto che correre il rischio di perderlo cercando di riportare il calcio italiano ai vertici in Europa e nel mondo.

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ultimo aggiornamento: 21-07-2014