Alessandro Altobelli è stato per molti uno dei più forti attaccanti nella storia del nostro calcio, a conforto di questa tesi ci sono sicuramente i numeri e quelli, si sa, raramente mentono. Ma il merito più grande del bomber simbolo dell’Inter degli anni ’80 è stato quello di essere un giocatore moderno, esile e spilungone era bravo di testa, ma sorprendentemente ci sapeva fare anche con i piedi, entrambi, caratteristiche assolutamente non comuni per l’epoca. È grazie a queste doti che ha conquistato prima i tifosi interisti e poi quelli dell’Italia intera che ricorderanno per sempre il suo gol nella finale di Madrid contro la Germania nel 1982.
La sua carriera inizia nelle giovanili del Latina, la squadra della sua provincia essendo nato a Sonnino, lo nota il Brescia che lo porta al nord. Con le Rondinelle disputa tre stagioni in Serie B, quanto bastano per fare finalmente il salto di qualità. Nell’estate del 1977 arriva la chiamata dell’Inter che si è innamorata delle caratteristiche del ventiduenne Altobelli. In nerazzurro diventa per tutti Spillo, soprannome legato alle sue caratteristiche fisiche, e con quella maglia disputerà ben 11 stagioni, risultando il trascinatore nella stagione 1979/1980 che si conclude con la vittoria dello scudetto. Si accorge di lui anche Enzo Bearzot che all’ultimo momento lo convoca per gli Europei che disputiamo in casa, la sua chiamata è dovuta alla squalifica di Paolo Rossi per lo scandalo del calcioscommesse.
Passano due anni e Altobelli è tra i convocati per il Mondiale spagnolo, sarà la riserva di Rossi e Graziani. Proprio quest’ultimo si infortuna dopo pochi minuti dall’inizio della storica finale contro la Germania, Bearzot manda in campo Spillo che non lo delude mettendo a segno il gol del 3-0. Sarà presente anche in Messico nel 1986, finirà come unico marcatore di quel torneo sfortunato per gli Azzurri. Dei cinque gol messi a segno dalla nostra Nazionale, quattro sono i suoi e uno è un autogol contro la Corea del Sud da lui propiziato. Nel 1988 sarà il capitano della squadra che gioca gli Europei, segna un gol contro la Danimarca, alla fine l’Italia perderà in semifinale contro la Russia e arriverà poi terza.
La Juventus sceglie proprio lui dopo l’acquisto sbagliato dell’inglese Rush, a Torino sperano che l’ex interista possa rinverdire i fasti di Boninsegna, ma non sarà così. In tutta la stagione, tra campionato e coppe, mette a segno 15 gol ma contro la Roma subisce un brutto infortunio. Al suo ritorno in campo non sembra più essere quello di una volta tanto che spesso gli viene preferito il giovane Buso. A fine stagione lascia Torino per tornare nella “sua” Brescia dove giocherà un anno prima di appendere gli scarpini al chiodo all’età di 35 anni. La città lombarda gli resterà nel cuore e sarà proprio lì che sceglierà di vivere la sua vita da ex calciatore. In carriera vince uno scudetto e due Coppe Italia, competizione della quale ancora oggi è il capocannoniere.
Al contrario di molti suoi ex colleghi, che hanno provato con alterne fortune la carriera di allenatore, Altobelli prende strade diverse. Ad inizio anni ’90 è Assessore allo sport nel comune di Brescia. Nel 1996 si candida alla Camera dei Deputati con il sostegno del centrodestra ma non riesce ad essere eletto nel collegio Brescia-Roncadelle. Un anno fa il suo nome è stato di nuovo associato alle vicende politiche della città, infatti lo scorso anno era candidato nella lista civica “X Brescia” a sostegno del sindaco uscente Adriano Paroli, l’uomo portato avanti da PDL e Lega Nord. Anche in questo caso Spillo è poco fortunato, Paroli viene battuto dal candidato del PD Emilio Del Bono.
L’interesse per la politica non lo ha fatto però allontanare del tutto dal primo amore e cioè il calcio. Negli anni ’90 è stato direttore sportivo del Padova per tre stagioni, dal 1995 al 1998. Altobelli ha avuto anche una discreta carriera come opinionista televisivo, si ricordano le sue partecipazioni alla storica trasmissione Controcampo, mentre in compagni di Cesare Maldini ha lavorato per BeIN Sport, canali sportivi satellitari che fanno parte del network del colosso Al Jaazera. La passione per il tubo catodico non lo abbandona tant’è che ancora oggi spesso è ospite in molte trasmissioni delle televisioni locali lombarde. Attualmente svolge anche il ruolo di osservatore per l’Inter, squadra per cui tifa e della quale commenta spesso e volentieri le imprese su Twitter.
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