Milan-Juventus. Ma soprattutto Allegri contro Inzaghi. Sfida nella sfida, dunque, quella che domani sera accompagnerà la terza giornata di serie A, match da sempre affascinante, una delle gare più belle dell’intero panorama calcistico europeo. E se i rossoneri, galvanizzati da un avvio sprint, sono chiamati alla classica prova del nove, i bianconeri in terra meneghina dovranno dimostrare che, il recente trittico vincente, non è stato solamente un percorso sporadico dettato dai residui targati Antonio Conte, bensì frutto del lavoro del nuovo condottiero.
Insomma, confronto a tutto tondo, missione complessa per entrambe le compagini, proprio come sottolineato dai rispettivi tecnici in conferenza stampa. Inzaghi, alle prese con un entusiasmo contagioso, punta a conquistare il successo per alimentare un importante percorso di crescita. Allegri, che ha vissuto un recente passato in rossonero, sbarca a San Siro con un doppio obiettivo da centrare: fare uno scherzo alla sua ex squadra e, contemporaneamente, conquistare la fiducia del popolo bianconero, ancora scottato dall’addio di Antonio Conte. E se nel quadro generale aggiungiamo i pessimi rapporti, al di là delle smentite di rito, che intercorrono tra i due allenatori, il tutto diventa ancora più intrigante. Basti pensare al settembre 2012, alla famosa lite del Vismara, all’esposizione mediatica forzata voluta dall’a.d. Adriano Galliani per cercare di stemperare gli animi. Il resto è storia.
Il tempo, si sa, cancella tutto. Ma quell’episodio vive ancora nei protagonisti, sapienti uomini di calcio, ma con un orgoglio smisurato. Entrambi domani sera vorranno primeggiare, occasione nitida per dimostrare la propria bravura, sfida che calza a pennello per togliersi qualche sassolino. Inzaghi predica calma, ha ereditato una situazione complessa e non vuole concedersi a facili entusiasmi. Allegri, dal canto suo, sa di avere in mano un organico assai competitivo, lavora senza freni per allontanare la figura contiana che quotidianamente detta paragoni e aspettative, passo necessario per tagliare definitivamente il cordone ombelicale con il passato.
Differenti filosofie calcistiche a confronto. Inzaghi finora è riuscito a quadrare il cerchio proponendo un modulo caratterizzato da grande intensità agonistica e brillante fantasia offensiva, Allegri replica proponendo l’usato garantito, quel 3-5-2 che alla Vecchia Signora ha regalato cinque “tituli” nell’ultimo triennio, assetto impossibile da cancellare a cuor leggero, pur con un 4-3-2-1, Barzagli permettendo, in rampa di lancio.
Gli spunti non mancano, al termine del big match le sfaccettature da analizzare saranno molteplici, con però – come dicevamo – una sfida nella sfida: Allegri contro Inzaghi. Milan-Juventus. E, di questi tempi, scusate se è poco.
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