Antonio Conte ha scelto di ricorrere al silenzio stampa dopo lo sfogo di domenica scorsa contro il mondo del giornalismo, colpevole secondo l’allenatore bianconero di voler destabilizzare l’ambiente juventino con lo scopo di “impedirgli di continuare a vincere“. Al centro di tutto ci sono le voci più volte riportate da stampa e tv circa il presunto rapporto conflittuale tra lo stesso Conte ed il direttore generale Beppe Marotta, che sarebbe caratterizzato da continui litigi e differenze di vedute insanabili. Da qui la conseguente voce di un divorzio a fine anno tra Conte e la Juventus, ed anche quella di un possibile passaggio di Marotta all’Inter dell’indonesiano Thohir.
Insomma, in buona sostanza secondo Conte ci sarebbe la volontà di creare tensioni all’interno dell’ambiente Juve, che potrebbero diventare insostenibili anche per la squadra. Se l’è presa tanto l’allenatore bianconero, come se non conoscesse quali sono le dinamiche nel mondo del calcio italiano, nel quale basta davvero poco per ingenerare il sospetto; sono sufficienti uno sguardo indispettito e una stretta di mano non troppo energica per creare un caso. Per carità, nel merito avrà anche ragione Conte. Lui e Marotta vanno d’accordissimo e le voci sono totalmente infondate, ma allora perché arrabbiarsi tanto?
E’ sempre stato così e sarà sempre così. Ci sono “voci” che a volte nascono dal nulla, qualcuna anche con un fondo di verità, ma non sempre. Sarebbe stato sufficiente negare con fermezza quello che riportavano i giornali e continuare ad andare avanti per la propria strada, invitando giornalisti affermati come Giorgio Porrà, bacchettato in diretta a Sky per un “sentito dire”, a non cadere nel tranello di qualche suo collega dotato di troppa “fantasia”. L’impressione è che Conte, non è dato sapersi quanto intenzionalmente, abbia deciso di mettere in atto una strategia di mourinhana memoria, allontanando la pressione di tifosi e giornalisti dalla squadra per farsene carico in prima persona.
Sembra veramente troppo poco una bufala scritta su un giornale, e poi ripresa anche dagli altri come fossero pappagalli, per creare questo clima teso con tutti i giornalisti, anche loro addetti ai lavori al servizio del gioco del calcio, che piace anche per il chiacchiericcio leggero capace di generare. Mourinho in carriera di complotti orditi ai suoi danni ne ha visti tantissimi, non solo all’Inter, e spesse volte (casualmente) coincidevano con periodi di flessione dei suoi giocatori, capaci di trovare in fondo al barile energie fisiche e mentali che pensavano di aver smarrito pur di “difendere” sul campo la reputazione ed il lavoro del loro allenatore.
Per carità, questo giochetto funziona. Quando le squadre sono appagate dalle vittorie hanno bisogno di nuovi stimoli, e una bella sindrome d’accerchiamento è in grado anche di rigenerare giocatori fin troppo paghi dalle vittorie già ottenute. Questo non toglie che i “nemici” della Juventus abbiano anche la penna in mano (come li aveva anche l’Inter di Mourinho, per carità), ma di sicuro non sono in grado di far male quanto gli avversari sul campo, specie quando riportano presunte voci incontrollate. Forse Conte farebbe meglio a non dare seguito a questo silenzio stampa, altrimenti quanto meno lo accuseranno di non saper essere originale.
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