13 aprile 2014 – Allo stadio municipale di Arouca erano più i tifosi del Benfica che quelli di casa, pur consci che la vittoria della sera precedente dello Sporting Lisbona non avrebbe consegnato l’aritmetica certezza del titolo alle aquile della capitale. Senza fare calcoli e tanto meno sconti ai padroni di casa, i ragazzi di Jorge Jesus hanno ottenuto il massimo col minimo sforzo, un segnale di solidità lanciato sia al Porto, in settimana avversario nelle semifinali di Coppa di Portogallo (all’andata vinsero i Dragoni per 1-0), sia alla Juventus, prossima sfidante nel penultimo atto dell’Europa League. Ma il 2-0 col quale il Benfica ha sbancato il campo dell’Arouca è valso anche come vendetta dopo il 2-2 incredibile dell’andata al Da Luz, inoltre i giocatori ne hanno approfittato per dedicare la vittoria a Silvio che vittima di un brutto infortunio alla gamba contro l’AZ ha finito la stagione anzitempo.
Senza isterismi ma con grande lucidità, la squadra ospite (con molti ricambi per dosare le forze, mancavano nell’11 titolare giocatori chiave come Luisao, Salvio e Cardozo) ha iniziato a tessere trame di gioco volte ad annichilire l’avversario; prima occasione addirittura dopo la mezz’ora con Lima, pochi minuti dopo Bruno Amaro dell’Arouca sfiora il vantaggio, il campanello d’allarme che convince il Benfica a premere sull’acceleratore. Così poco prima del riposo Rodrigo sigla il vantaggio sfruttando un mezzo pasticcio del portiere Cassio, nella ripresa poi Gaitan chiude il conto dopo dieci minuti e da lì in poi è tutto un gestire le forze con la squadra di casa incapace di pungere. Il 33esimo titolo potrebbe arrivare sabato prossimo in casa con l’Olhanense di Nanu Galderisi che ha già dichiarato: “Tranquilla Juve, ci penseremo noi a stancarli“. Ma è più un augurio alla sua squadra agonizzante che un monito alla corazzata della capitale.
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