Il finale è il più scontato. Come prevedibile, la carriera di Marko Livaja con la maglia dell’Atalanta si è chiusa sabato scorso. E, molto probabilmente, con essa è arrivata al capolinea anche l’esperienza in Italia per il croato.
Dopo gli insulti razzisti ricevuti nel corso dell’ultima sfida di campionato contro l’Hellas Verona, quelli rivolti ai tifosi orobici sui social network (e in seguito cancellati) e le scuse arrivate il giorno dopo, Livaja è stato di fatto messo fuori dalla rosa dell’Atalanta.
La società non ha ancora preso una posizione ufficiale, né ha rilasciato dichiarazioni sul caso. Sta di fatto che oggi, alla ripresa degli allenamenti, Livaja non si è presentato a Zingonia, in provincia di Bergamo, perché si è trattenuto a Spalato; il calciatore ha trascorso nella sua città natale le quarantotto ore di riposo e lì rimarrà ancora qualche giorno per curare l’infiammazione al tendine d’Achille, in accordo con il club.
In questa maniera è stato evitato l’eventuale faccia a faccia tra il giocatore e i tifosi, dopo il minaccioso “ci vediamo a Zingonia” scritto da Livaja e ripreso in qualche maniera dai supporter più caldi. Al calciatore comunque, stando a quanto scrive La Gazzetta dello Sport, sarebbe stata comminata una multa salata tramite l’intervento del collegio arbitrale della Lega.
Il futuro di Livaja, già lo scorso anno messo fuori rosa per un pugno sferrato ai danni di Ivan Radovanovic), sembra essere lontano dall’Italia, anche se il suo cartellino è per metà dell’Inter. A fine stagione, dunque, il centrocampista non verrà riscattato dall’Atalanta e tornerà alla Pinetina, ma difficilmente resterà a disposizione di Walter Mazzarri.
Livaja non rischia comunque di rimanere senza squadra, considerato che sono molti i club ad essere interessati alle sue prestazioni sportive.
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