Simili eppure così diversi, la domanda che sorge spontanea è: ma Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli, le due punte di diamante della scuderia di Mino Raiola, cosa pensano l’uno dell’altro? Non è una domanda semplice, almeno non lo è la risposta perché se è vero che a luglio Balotelli in un’intervista a SportMediaset si era augurato che il Milan comprasse proprio lo svedese per tornare a giocare con lui (dopo la parentesi interista), dieci mesi fa su un portale honduregno (non ce ne vogliano i colleghi in Honduras ma è d’obbligo prendere il virgolettato per le pinze) Ibra dichiarò che SuperMario non era adatto al Real Madrid ma al Barcellona, “una squadra mediocre per un giocatore mediocre“.
Le ultime uscite però dei due paiono fugare ogni dubbio, i due non si prendono. Dopo la vittoria nei play-off di Champions League contro il Psv, Balotelli fresco di marcatura del 2-0 ha risposto a una domanda circa un paragone del suo modo di giocare, e di essere, col collega svedese; l’attaccante bresciano, al solito senza peli sulla lingua, ha risposto: “Dite che gioco come Ibra? Così fate un complimento a lui. Io voglio essere più decisivo“. Colpito, ma neanche lontanamente vicino dall’essere affondato. Perché il centravanti del Paris Saint Germain, che è vero non è mai stato decisivo nelle partite europee che contavano, ha le spalle davvero molto larghe per replicare: “Sono contento che si paragoni a me, perché io invece non mi paragono a lui“.
Si beccano, si punzecchiano, si provocano: Mino Raiola in questi giorni alzerà la cornetta e farà un paio di telefonate. C’è da starne sicuri.
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