Il Barcellona non fa in tempo a festeggiare l’acquisto di Luis Suarez, presentato al Camp Nou pochi giorni fa, che subito deve fare i conti con una doccia gelata. La Fifa, infatti, ha respinto il ricorso presentato dal club blaugrana in seguito alle sanzioni inflitte dal governo del calcio mondiale per il tesseramento irregolare di alcuni giovani calciatori. Ora, il Barcellona non potrà effettuare operazioni di mercato nelle prossime due sessioni di mercato, a partire da quella invernale di gennaio 2015. Per poter trattare nuovi giocatori, dunque, i catalani dovranno attendere la sessione invernale del 2016.
C’era entusiasmo nell’ambiente blaugrana dopo la concessione fatta dal Tas di Losanna, che pur confermando la squalifica di Luis Suarez, aveva dato l’ok al calciatore per partecipare agli allenamenti e agli eventi promozionali ufficiali. E c’era anche fiducia in una sentenza positiva in merito al ricorso presentato in seguito alla sanzione Fifa, che aveva già bloccato due sessioni di mercato, salvo poi congelare la pena in seguito al ricorso.
“Il Barcellona – comunica la Fifa – dovrà rispettare il divieto di acquistare giocatori, sia a livello nazionale che internazionale, nel corso di due sessioni di mercato consecutive, a partire dal prossimo periodo d’iscrizione (gennaio 2015). Inoltre, al Barcellona è stato ordinato il pagamento di una multa di 450 mila franchi svizzeri ed è stato concesso un periodo di 90 giorni – a partire da oggi – per regolarizzare la situazione relativa ai calciatori minorenni”.
Ora la dirigenza del Barcellona dovrà presentarsi nuovamente davanti al Tas di Losanna, ultimo grado di giudizio sportivo a livello internazionale. Si tratta dell’ultima chance per i blaugrana di riappropriarsi della facoltà di fare mercato nelle prossime sessioni. Lo scandalo, venne fuori allorquando la Fifa scoprì che il Barcellona aveva tesserato alcuni calciatori minorenni, tra cui il 16enne sudcoreano Lee Seung-Woo, senza rispettare la materia in termini di trasferimenti di minori. Le norme Fifa vigenti, infatti, impongono che i genitori dei calciatori minorenni in via di trasferimento, abbiano già un lavoro nel Paese nel quale i figli andranno a giocare. Regolare, ad esempio, il caso del romanista Sanabria (18): il calciatore argentino fu tesserato dal Barcellona, poiché la madre aveva già un lavoro regolare in Spagna.
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