Gabriel Omar Batistuta ha rilasciato una lunga intervista a Marca, nel corso della quale oltre a ripercorrere la sua carriera ha parlato anche del calcio del giorno d’oggi. Nel corso della sua attività, Batistuta non si è mai risparmiato e da qualche tempo sta patendo le conseguenze fisiche della sua caparbietà. Lo storico centravanti della Fiorentina ha raccontato di aver fatto grande uso di antidolorifici per sopportare il dolore alle caviglie: “Ho dato tutto per ottenere il successo, senza mai accontentarmi di nulla, ero molto esigente con me stesso. Credo di aver fatto una buona carriera. Ho problemi seri alle caviglie, specialmente quella destra: ho poca mobilità ma fortunatamente sento poco dolore adesso. Per un po’ è stato difficile alzarmi, dovevo prendere tanti antidolorifici, era come essere imprigionato da ciò che mi rendeva libero. La testa può gestire tutto ma non sempre risolve un problema fisico. Un giorno chiesi al medico di amputarmi le gambe perché non sopportavo più il dolore. Ora però vivo bene, perché la felicità passa da altre cose. Penso che la vicinanza di uno psicologo sia importante in un atleta che compete ad alti livelli. Quando ho lasciato il calcio avevo molte paure. Bisogna essere in grado di capire che ogni cosa può servire“.
Il calcio non è più quello di un tempo e, se fosse in attività oggi, Batistuta avrebbe scelto la Premier League e non la nostra Serie A: “Il calcio è cambiato, ai miei tempi il calcio italiano aveva una domanda maggiore rispetto ad ora. Per me sarebbe stata una buona opzione l’Inghilterra, al giorno d’oggi. Molti giocatori mi somigliano: Cavani, Suarez, Higuain, Icardi. Le crisi per gli attaccanti sono normali, vanno a periodi. Cristiano Ronaldo ne ha già superate tante senza problemi, lui come altri restano sempre competitivi ai massimi livelli. Ronaldo è un giocatore eccellente, ha un fisico impeccabile ed è dotato tecnicamente; ha alle spalle una grande squadra. Benzema? Se è al Real Madrid da molto tempo, un motivo ci sarà. Ho sempre rispettato tutti gli allenatori che ho avuto, ma il mio modo di giocare non aveva bisogno di molte indicazioni. Mentre giocavo non ho mai pensato a questo momento della mia vita, ora il calcio lo studio con maggiore interesse. I migliori difensori dei miei tempi erano Baresi, Nesta, Maldini, Chamot, Vierchowod; oggi invece dico Ramos, Fazio, Godin, Mascherano, Piqué e Varane“.
Infine Batistuta ha parlato dell’Argentina e, ovviamente, di Messi. Da esperto in fatto di bomber, Batistuta ha anche spezzato una lancia in favore di Gonzalo Higuain: “Messi è il migliore e sta dando tutto per conquistare un trofeo con l’Argentina, ma bisogna metterlo anche in condizione di poterlo fare con una squadra ben assemblata. E’ questa la chiave: al Barcellona non è mai cambiato nulla negli anni da quando c’è lui. Poi in nazionale è sempre tutto più difficile. Ero nervoso per il fatto che qualcuno avesse superato il mio record di capocannoniere, ma dopotutto è un alieno, e questo me lo fa vivere con più serenità. Per il gioco di Messi penso che i partner ideali siano Higuain, Icardi o Aguero, ma chi per me non può mancare è il Pipita. Sarei voluto essere Maradona, ma non potevo: però è stato un onore giocare con lui. Mi manca il calcio“.
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