Silvio Berlusconi, presidente del Milan, ha parlato oggi ai microfoni Mediaset, rispondendo alle domande di Carlo Pellegatti. Esattamente come dichiarato qualche giorno fa in una comparsata in TV, il patron del ‘Diavolo’ ribadisce che anche con l’arrivo della cordata cinese, rimarrebbe presidente per almeno tre anni per traghettare la società nelle mani di un altro presidente. Attenzione, però, perché la cessione del 70% del Milan avverrà solo se i cine si si impegneranno “seriamente a dare al Milan un sostegno annuale per farlo tornare tra i protagonisti”.
Insomma, a Berlusconi importa quanti soldi sono disposti a spendere ogni anno i nuovi proprietari per rafforzate la squadra.
“Speriamo – continua – di trovare una soluzione adeguata a ciò che voglio, cioè a garantire investimenti per un Milan che sia protagonista in Italia, in Europa e nel Mondo. Stiamo trattando con queste importanti società cinesi: per me è fondamentale che ci siano garanzie perché il club stia sempre in alto”.
Qualche giorno fa erano circolate voci secondo le quali il consorzio cinese avrebbe voluto scalzare Berlusconi dalla poltrona di presidente: nulla di vero secondo il patron attuale, che anzi avrebbe ricevuto una proposta per rimanere.
“I cinesi – prosegue – vogliono che io rimanga presidente per altri tre anni e io ho dato il mio benestare. Stiamo lavorando su questo, se troveremo l’accordo poi come ultimo compito dopo una gestione trentennale avrò quello di trovare il giusto successore per il Milan. Io presidente onorario? Sì, tenuto conto che conta la persona e come tale anche da presidente onorario si possono indirizzare scelte e decisioni”.
Se non ci fosse l’accordo con i cinesi, il Milan ripartirebbe con un progetto giovane e, a quel punto, la conferma di Brocchi sarebbe praticamente automatica. Il presidente sta spingendo affinché la scelta dell’ex tecnico della Primavera sia digerita anche dai potenziali acquirenti, che invece vorrebbero un altro tipo di allenatore:
“Se tutto questo non sarà invece possibile mi terrò volentieri il Milan. In questo quadro di mercato, allora, ritornerei sulla soluzione interna, con una squadra di giovani italiani affamati e affiatati, un po’ come hanno fatto Barcellona e anche Atletico Madrid. Brocchi? Se resto io resta anche lui, è un buon allenatore. Giusto per il progetto. Ibrahimovic? Ha costi come il Monopoli, quindi impossibili. Insomma saranno 15 giorni importanti: ci vuole attenzione e pazienza senza farsi prendere dalla premura. Cambierà il management in caso di cessione? Non so cosa faranno e come vorranno farlo ma vedremo…”
A rischiare più di tutti, a questo punto, potrebbe essere l’ad con deleghe alla gestone sportiva, Adriano Galliani. Non è da escludere un ritorno in qualità di dirigente da parte della bandiera Paolo Maldini.
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