Non se la deve passare tanto bene Sepp Blatter e forse non è neanche così strano che il massimo dirigente calcistico mondiale abbia di che pensare tra l’età che avanza senza pietà (è arrivato a 77 anni) e un mandato, quello di Presidente della Fifa, in scadenza nel 2015 dopo un lungo regno incontrastato che dura senza sosta dal 1998; insomma, il Blatter visto tra i ragazzi della prestigiosa Università di Oxford è un numero uno un po’ sbiadito, al limite dell’isterismo, ironico senza far realmente ridere, quasi la parodia di se stesso. Non pensiamo di essere troppo cattivi nei confronti di un uomo che, laureatosi a 23 anni in Economia, ha messo piede e radici alla FIFA da quasi 40 anni, facendo del calcio – o meglio della passione che la gente ha per il calcio – il suo personalissimo nettare da cui attingere aspirazioni personali, guerre senza senso, preferenze soggettive e ogni tipo di capriccio che gli fosse saltato in mente. Questo è il succo del suo discorso in terra inglese:
“Forse penserete che sono un parassita senza regole che succhia linfa dal calcio e dal mondo in generale! Il Padrino senza cuore della Fifa! I media me ne hanno dette di tutti i colori negli ultimi anni anni e mentirei se non vi dicessi che a volte mi hanno dato fastidio. Infatti ci sarà stato chi vi ha detto che la FIFA è un complotto, una truffa, responsabile solo di se stessa e troppo potente per essere contrastata: un’associazione che cospira tra le colline di Zurigo per schiacciare i più deboli e i più sfortunati. E’ possibile che molti di voi ci considerino come lo Sceriffo di Nottingham del calcio. Ma la verità è che abbiamo molte più cose in comune con Robin Hood”.
Il dirigente elvetico passa dunque agli elogi usando il modo indicativo svincolandosi dal lungo preambolo:
“So che non sono perfetto e che la FIFA deve sempre guardare avanti per migliorarsi, la FIFA infatti esiste per migliore il calcio, non per sfruttarlo. Ho dedicato tutta la mia vita per il bene del calcio in tutto il mondo, credendo che il nostro amato sport avesse il potere di costruire un futuro migliore per le persone. Come potete vedere oggi con i vostri occhi, non sono un prepotente che può intimidire i miei interlocutori con uno sguardo o piegare alla mia volontà i governi. Io sono un servitore del calcio, non un dittatore”.
Assodato questo Blatter concede qualche siparietto alla platea, soffermandosi come non avrebbe dovuto fare su un parallelismo tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo; da quando il Pallone d’Oro non viene più assegnato in autonomia da France Football ma è diventato materia della FIFA, il prestigioso (???) riconoscimento è sempre andato all’argentino, col lusitano del Real Madrid che ha puntualmente mangiato la polvere del suo rivale. Ecco spiegato il perché:
“Leo è un ragazzo che ogni genitore vorrebbe in casa ed è anche un grande calciatore. L’altro è come un comandante sul campo e pensa più ai capelli che a giocare”.
Poi ha cercato di imitare Ronaldo (al minuto numero due del video) tirando su una scenetta raccapricciante: che il prossimo Pallone d’Oro lo vinca la Pulce o Ribery non è dato saperlo, di sicuro CR7 fino al 2015 è destinato a NON vincerlo.
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