20.57: la Gialappa’s Band ricorda Vujadin Boskov così:

«Salutiamo il grande Vujadin Boskov che oggi ci ha lasciato,
ripescando in archivio il video della nostra ex rubrica di Mai Dire Gol 1991-92 “Indovina Cosa Ha Detto”.
La lite con Mancini in un Bari-Sampdoria del 15/09/1991 e la famosa frase finale rivolta a Pagliuca»

Ed eccolo, finalmente, il video con il famosissimo «Chi ha sbagliato? Pagliuca?», che va ad arricchire la nostra raccolta.

Boskov è morto. Ricordiamolo con le sue frasi celebri

Vujadin Boskov è morto, e nonostante i suoi 82 anni e una quantità notevolissima di panchine («Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra», diceva di sé) e una vita vissuta pienamente, la notizia lascia sicuramente un vuoto nel mondo del calcio.

Oltre alla carriera a allenatore, con un bel po’ di successi – fra cui anche uno scudetto in Italia sulla panchina della Sampdoria, con la quale ha vinto anche una Coppa delle Coppe, due volte la Coppa Italia e una Supercoppa italiana – Boskov è divenuto celebre per una serie di frasi che hanno fatto la fortuna di Mai dire gol e degli annali del calcio nostrano.

La più famosa, probabilmente, è quella che resta scolpita nella memoria di tutti per la sua semplicità e per la verità lapalissiana che nasconde. Stiamo parlando, è ovvio, di

«È rigore quando arbitro fischia».

Ma anche

«Chi ha sbagliato? Pagliuca?»

è diventato subito un tormentone, tanto da finire proprio nella sigla di Mai dire gol.
Ecco come ricorda la cosa il portiere della Samp alla Gazzetta:

«L’anno dopo lo scudetto giochiamo a Bari, prendiamo un gol e Boskov chiede: ‘Chi ha sbagliato, Pagliuca?’ Il nostro medico Chiappuzzo, che era in panchina, gli dice no. Ma c’erano le telecamere di Mai dire gol e ‘Chi ha sbagliato, Pagliuca’ è diventato un tormentone. Ma ci abbiamo riso tutti su».

E come dimenticare i suoi commenti su Gullit? Quando l’olandese lasciò il Milan per andare alla Sampdoria, Boskov lo celebro con la celeberrima

«Gullit è come cervo che esce di foresta».

E quando invece Ruud ritornò rossonero, chiosò, con coerenza:

«Gullit è come cervo ritornato in foresta».

La raccolta di frasi, aforismi, pensieri filosofici non si ferma certo qui. Anzi. Eccone un assaggio, diviso per categoria, e compilato con l’aiuto di wikiquote

Frasi di Boskov sui calciatori che ha allenato

benny carbone

Con questo commento, poco lusinghiero, Boskov commentava le prestazioni di Benito Carbone, detto Benny (nell’immagine, quand’era in forze al Catanzaro): l’allenatore, all’epoca, allenava il Napoli, cui Carbone era approdato dalla Roma:

«Benny Carbone con sue finte disorienta avversari ma pure compagni»

In verità, Boskov faceva pochi commenti sui propri calciatori. Ma quelli che ha fatto sono tutti passati alla storia.

Chi ha sbagliato? Pagliuca?

Gullit è come cervo che esce di foresta.
Gullit è come cervo ritornato in foresta.

Lombardo è come Pendolino che esce dalla galleria.

Se non gioca Castellini io mettere Hugo. Altro non hay.

Frasi di Boskov su altri calciatori

Se io slego il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo.

Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane.

Frasi di Boskov sugli allenatori

Boskov ha una visione tutta sua dell’allenatore. Sempre orientata alla semplicità, ovviamente, ma mai dimentica della solitudine dell’allenatore.

Una solitudine perfettamente descritta dall’amarezza diquesto aforisma:

«Nel calcio c’è una legge contro gli allenatori: giocatori vincono, allenatori perdono».

Poi, altre perle di saggezza sul mestiere:

Ci sono allenatori che pretendono di far mangiare ai loro giocatori prosciutto di San Daniele e formaggio Bel Paese. Poveri noi e poveri loro.

Gli allenatori sono come i cantanti lirici. Sono molti e anche bravi, ma soltanto due o tre possono cantare alla scala di Milano.

L’allenatore deve essere al tempo stesso maestro, amico e poliziotto.

Frasi di Boskov sulla filosofia calcistica

La filosofia calcistica di Boskov è votata al pragmatismo assoluto, all’azzeramento delle polemiche, allo sbattere in faccia a tutti, giornalisti, tifosi e appassionati, quella semplicità – mai banale – che rende affascinante il gioco del calcio.

Probabilmente, fra tutte, la mia citazione preferita resta questa (contestualizziamo: in quel periodo si faceva un gran parlare del calcio spettacolo di Arrigo Sacchi e della sua zona. Boskov aveva le sue idee in merito):

«La zona? Un brocco resta brocco anche se gioca a zona. Dov’è lo spettacolo?»

E poi, ecco l’elenco delle certezze boskoviane:

Chi non tira in porta non segna.

È rigore quando arbitro fischia.

Grandi squadre fanno grandi giocatori. Grandi giocatori fanno spettacolo e migliore calcio.

La mia grossa preoccupazione è prendere un gol meno dell’avversario.

Pallone entra quando Dio vuole.

Partita finisce quando arbitro fischia.

Quando segnano gli avversari c’è sempre qualche distrazione dei difensori.

Rigore c’è quando arbitro dà.

Se vuoi fare una brutta figura, parla con gli arbitri, scoprirai le tue debolezze di carattere.

Squadra che vince, non si cambia.

Squadra che vince scudetto è quella che ha fatto più punti.

Tedeschi sono come tedeschi, montenegrini come montenegrini.

Un 2 a 0 è un 2 a 0, e quando fai 2 a 0 vinci.

Frasi di Boskov ai giornalisti

«Io penso che tua testa buona solo per tenere cappello».

Frasi di Boskov su se stesso

Non ho bisogno di fare la dieta. Ogni volta che entro a Marassi perdo tre chili.

Più bravi di Boskov sono quelli che stanno sopra di lui in classifica.

Se mettessi in fila tutte le panchine che ho occupato, potrei camminare chilometri senza toccare terra.

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ultimo aggiornamento: 27-04-2014


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