Era solo un “capriccio personale”, a quanto pare. L’ossessiva attenzione mediatica verso Claudio Lotito non ha scalfito più di tanto il gruppo azzurro che per bocca di Buffon, Conte e il giallorosso Astori ha ribadito più volte di non essere infastidito dalla figura del Consigliere Federale. Tutti, tranne De Rossi che nell’immediato dopo partita di Norvegia-Italia ha ammesso di essere seccato per la presenza continua di Lotito e se l’è cavata con una battuta, augurandosi che non vengano tutti i 21 consiglieri a vedere le partite degli azzurri:
“Lotito? Cerchiamo di parlare il meno possibile, se ho fastidi personali non vuol dire che siano del gruppo. Io preferisco avere meno gente possibile intorno, mi dicono che è giusto che alcuni consiglieri stiano lì, sono 21 e speriamo che non vengano tutti”.
Il “mal di pancia” di De Rossi, causato dalla sagoma di Lotito nelle vicinanze, era stato anticipato da un giornalista romano molto attento alle vicende romaniste. A prima vista sembrerebbero questioni piuttosto provinciali di derby romano, ma si parla di Nazionale Italiana. Qualche ora fa, ai microfoni di Rai Sport, Lotito ha risposto a De Rossi, ma stavolta senza nominarlo: “Non voglio fare polemica, io posso stare lì. Non sono solo Consigliere Federale ma molto di più“.
Gli attriti tra i due sono iniziati quando il centrocampista romanista criticò la candidatura di Tavecchio e Lotito rispose con una frase non certamente elegante: “De Rossi ha criticato Tavecchio? Ah beh, allora qui si rovescia il mondo! Ora parla pure De Rossi! I dipendenti dovrebbero fare i dipendenti no?“. L’onnipresenza di Lotito (che spesso non è un campione di savoir-faire e si presta a certe reazioni e battute) non è passata inosservata al popolo del web e ai giornali. Tutto è iniziato quando il presidente della Lazio è stato fotografato con la felpa dell’Italia a Bari. Poche ore dopo già cominciavano a comparire centinaia di fotomontaggi ironici con l’hashtag #Lotitovunque.
Non potevano sottrarsi al tormentone del Lotito ovunque alcune testate giornalisti e le tv (una in particolare, a pagamento), che si sono dichiaratamente opposte alla candidatura di Tavecchio. E al giochetto hanno partecipato anche quei giornali che fino a ieri attaccavano Antonio Conte sulla insulsa questione degli sponsor, prima di esser costretti ad elogiare un allenatore che in due partite sembra aver già cambiato il volto dell’Italia.
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