Ronaldinho, ex fantasista di Barcellona e Milan, attualmente sotto contratto con l’Atletico Mineiro, si guadagna nuovamente le prime pagine dei giornali di tutto il Mondo, ma questa volta non per una delle sue tradizionali prodezze. I media brasiliani, infatti, hanno confermato mercoledì sera che la Corte dei conti dello stato brasiliano di Rio Grande do Sul avrebbe chiuso le indagini sulla fondazione benefica intitolata proprio a Ronaldinho Gaucho. Tra gli atti resi pubblici viene ipotizzato il reato di distrazione di fondi pubblici ed entro quattro mesi si terrà il processo che dovrà far luce sulla vicenda.
L’ex milanista, tramite i propri legali, ha subito smentito di essersi appropriato indebitamente di fondi pubblici, ma secondo l’accusa, invece, sarebbero state distratte sovvenzioni per un titola di 1,5 milioni di reais (circa 500mila euro). Sotto la lente d’ingrandimento dei giudici brasiliani è finito un contratto valido dal 2007 al 2010 stabilito dal Comune di Porto Alegre per un valore totale di 5,2 miliardi di real (circa 1,7 milioni di euro): il programma prevedeva la realizzazione di tre progetti dedicati ai bambini poveri della capitale del Rio Grande do Sul, città nella quale Ronaldinho è nato e cresciuto. Una parte dei fondi per questi tre progetti, secondo quanto trapelato dalle carte della Corte dei conti, sarebbw sparita, anziché essere utilizzata per pagare insegnanti, altri impiegati, pasti e trasporto dei bambini.
Il calciatore non si è esposto pubblicamente, lasciando parlare il fratello e agente, Roberto de Assis Moreira, rigettanto qualsiasi addebito e affermando anzi che Ronaldinho e la sua famiglia hanno sempre messo tanti soldi di tasca per finanziare i progetti sociali della fondazione. In totale, l’investimento dell’ex calciatore rossonero ammonterebbe a circa 2,6 milioni di euro. Non la pensa così la Corte dei conti dello Stato, che ha avviato un’indagine sulla fondazione del calciatore dell’Atletico Mineiro circa un anno fa: ora l’obiettivo è mettere in piedi il processo nel più breve tempo possibile, al massimo entro quattro mesi.
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