Gianluigi Buffon, capitano della Juventus, dirà addio alla maglia bianconera sabato pomeriggio all’Allianz Stadium contro il Verona. Nel corso di una conferenza stampa tenuta proprio nella “casa bianconera”, il numero uno della Vecchia Signora non ha comunque chiarito quale sarà il suo futuro. Secondo le ultime indiscrezioni, oltre ai ruoli dirigenziali offertigli da Juve, Figc e Fifa, gli sarebbero pervenute di recente offerte importanti per continuare a giocare: si parla di Liverpool e Paris Saint Germain, ma anche di Boca Juniors e club americani. Il diretto interessato, alla presenza del presidente Andrea Agnelli (al suo fianco) e dello stato maggiore bianconero al completo in platea – Pavel Nedved, Beppe Marotta, Fabio Paratici e il capitano Giorgio Chiellini – è parso emozionato, ma allo stesso tempo vago in merito al futuro.
“Volevo sicuramente ringraziare il presidente – esordisce Buffon – , la Juventus per me è qualcosa di più. In questi anni abbiamo sviluppato un rapporto unico di vicinanza, ambizione, amicizia, legati come siamo dall’onesta e dalla lotta feroce all’ipocrisia: è un comune denominatore che ci ha unito. Il fatto che qui sia presente tutto lo stato maggiore, il mio procuratore, Giorgione Chiellini che meritatamente prenderà i gradi di capitano per me è un grande onore e piacere. Mi fa piacere che siano venuti tutti: sono necessari tutti e al netto di polemiche e incomprensioni dico grazie anche a voi. Per me è una giornata particolare, ricca di emozioni, ma ci arrivo con tanta serenità, felicità e appagamento. Sono sentimenti figli di un percorso straordinario e bellissimo che ho avuto la fortuna di poter condividere con tante persone che mi hanno voluto veramente bene, un bene per il quale ho lottato e cercato di fare sempre del mio meglio. Sabato sarà la mia ultima partita con la mia Juventus, credo sia il modo migliore per finire questa grandissima avventura con altre due vittorie davvero importanti e con la vicinanza di Andrea e di tutto il popolo juventino. La mia paura era di arrivare alla fine della mia avventura con la Juve da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore. Posso dire che non è così e sono veramente orgoglioso di aver potuto esprimere se non il mio meglio, sempre prestazioni all’altezza del nome mio e della Juve. E questa è la mia più grande gratificazione: ecco perché arrivo felice a questo saluto, perché per uno sportivo non è scontato essere così longevo e performante. Ringrazio la famiglia Juve che nel 2001 prese un talento straordinario che si è tramutato in campione (ma sono di parte…): ma questo è accaduto solo perché la Juve ha fatto sì che accadesse, facendomi fare un ulteriore step nella mentalità e nella convinzione. Se sono ancora qui a 40 anni è solo per merito della Juve, dove l’approccio al lavoro è diverso da tutte le altre parti del mondo. E’ una filosofia che ho fatto mia e sono sicuro che la adopererò anche in futuro, nel post calcio, se dovesse servire: è l’unico modo che conosco per arrivare ai risultati con la felicità di aver sofferto, di essersi dannati gettando il cuore oltre l’ostacolo, al di là di soldi, notorietà e Coppe. È questo che la Juve mi ha insegnato e la ringrazierò per sempre”.
Dopo il monologo di Buffon, sono state tante le domande dei giornalisti presenti nella sala stampa dell’Allianz Stadium, la maggior parte delle quali sul futuro. Il recordman bianconero ha ammesso di aver avuto un lungo confronto con Andrea Agnelli, presidente e amico, che gli ha offerto un incarico societario importante. Buffon, però, si sente ancora integro fisicamente e le ultime offerte ricevute per continuare a giocare lo avrebbero stimolato. Di sicuro, sottolinea, è chiusa qui la sua parentesi con la nazionale italiana.
“Cosa farò in futuro? Sabato giocherò ed è questa l’unica cosa certa. Con Andrea c’è un dialogo continuo, lui è a conoscenza di ciò che sta accadendo attorno a me ed è un consigliere di cui non voglio privarmi. Fino a 15 giorni fa era risaputo e certo che avrei smesso di giocare, adesso sono arrivate proposte e sfide stimolanti dentro e fuori dal campo. Dopo questi tre giorni densi di emozioni, credo che la prossima settimana dopo 2-3 giorni di riflessioni in modo sereno prenderò la decisione definitiva e certa, che sarà quella di seguire ciò che urla la mia indole e la mia natura. La prossima sarà la settimana delle decisioni definitive che però non cambieranno il mio umore. Fino a 15 giorni fa ero un ex giocatore – ammette – e l’avevo accettato con la massima serenità. Continuerò a essere sereno, perché l’importante era non macchiare questa mezza vita trascorsa con la Juve e deludere le aspettative di tutti quelli che hanno creduto in me. Se potevo continuare o meno qui? Avendo fatto mio il modus operandi della Juve e condividendo le loro impressioni, sono fermamente convinto che la Juve essendo una società seria debba programmare il futuro. Per me è importante finire nel miglior modo possibile, era l’unica cosa che mi interessava. Eppoi la Juve ha un portiere di valore eccelso almeno quanto il mio, e ha 13 anni meno di me. Conteranno le mie percezioni, ciò che ti trasmettono, i progetti, gli stimoli che potresti avere e poi il mio stato di forma. Avrò tante riflessioni da fare senza lasciarmi condizionare dall’impeto e dall’esaltazione del momento. Non penso sia giusto finire la carriera in chissà quale campionato di terza-quarta fascia perché io sono un animale da competizione e in quel contesto non potrei vivere e non mi sentirei a mio agio”.
Addio Buffon: le parole di Agnelli
La conferenza stampa per l’addio alla Juventus di Gianluigi Buffon, è stata aperta dal presidente Andrea Agnelli con un lungo monologo:
“È difficile trovare le parole. Gigi ha chiuso una partita su due da imbattuto – ha argomentato il numero uno del club bianconero – , ha il record di imbattibilità a quota 974 minuti, ha vinto 26 trofei in 22 anni di carriera. Vuol dire che con Gigi ogni anno si porta a casa almeno un trofeo. Lui è carismatico, timido, leale, trasparente, sincero, onesto, è un amico e il capitano. È stato in paradiso, è sceso all’inferno ed è tornato in paradiso e gliene saremo eternamente grati assieme agli altri protagonisti. Il 2018 è stato un anno lungo e logorante. Prima Italia-Svezia, poi un infortunio, quindi il rigore contro a Madrid che ha visto sfumare la vittoria in Champions e il gol di Koulibaly che poteva far presagire la perdita dello scudetto. Ma Gigi è stato in campo all’Olimpico per la quarta Coppa Italia e il settimo scudetto consecutivo: numeri pazzeschi. Esclusi i miei familiari, è stata la persona che ha frequentato più assiduamente casa mia. Ci siamo confrontati e ogni decisione sarà condivisa. Oggi sappiamo che Szczesny difenderà la nostra porta l’anno prossimo. Una porta difesa nella storia da gente come Zoff, Tacconi, Peruzzi, Sentimenti IV. Gigi ha proposte sia fuori dal campo sia per continuare a giocare. Gigi sa che avrà il mio pieno supporto, qualsiasi decisione prenderà. Oggi gli dico solo grazie di cuore per questi 17 anni straordinari e ti prego: goditi lo Stadium, così come lo Stadium si godrà te. Fino alla fine”.
Sul possibile futuro dirigenziale di Buffon alla Juve:
“Abbiamo ragionato su quello che dovrà essere un percorso lontano dal campo di gioco, qualunque sia il ruolo che si deve assumere passerà attraverso una seria formazione. Vale per chi dall’università entra nella nostra società, e per chi lascia il campo e fa lo stesso percorso. All’inizio – ha spiegato Agnelli – si dovrà prospettare un anno di seria formazione per avere la piena consapevolezza della gestione di un club a 360°. Da lì si può capire la direzione più giusta, ma questo vale per tutti i dipendenti di qualsiasi società”.
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