Gianluigi Buffon, capitano della Juventus, non ci sta: il messaggio che sta passando in questi giorni di aspre polemiche è che i bianconeri si stiano avviando a vincere l’ennesimo campionato “dubbio” della loro storia. Soprattutto dalle parti di Napoli, dopo il caso Higuain, si parla tanto di “campionato falsato” e di “soliti trattamenti di favore nei confronti della Juve”. Non è affatto una novità, così come non è affatto una novità il silenzio della società bianconera, che non ha quasi mai replicato in via ufficiale a questo tipo di critiche. Il suo numero uno, però, non ci sta: negli ultimi tempi è passato il messaggio che gli arbitri sbaglino solo a favore della Signora, quando anche le ultime giornate di campionato hanno dimostrato il contrario.
Il Napoli, ad esempio, che molto si lamenta, a Udine si è visto graziare Koulibaly, che avrebbe meritato di essere espulso, così come le vittorie precedenti contro Genoa e Palermo sono state raggiunte grazie ad episodi quantomeno dubbi (rigore su Albiol contro i rosanero, due su tre gol viziati contro i rossoblu). Buffon, dunque, evidenzia come di errori ce ne siano sempre, anche contro la Juventus stessa: all’andata, nella gara persa contro il Sassuolo, ai bianconeri non fu assegnato un rigore evidente su Sturaro e Acerbi, per una gomitata su Dybala, non fu nemmeno ammonito. Insomma, niente alibi per le rivali, dice il numero uno della Juventus:
“Stavolta le nostre rivali sono senza alibi. Siamo partiti con 13 punti di handicap e ora ne abbiamo 6 di vantaggio. Difficile aggrapparsi a qualcosa. La squalifica di Higuain non la commento, non tocca a me – dice a ‘La Stampa’ – . Però non trovo intellettualmente corretto che nessuno abbia colto la differenza tra i due casi. Bonucci si è avvicinato alla testa dell’arbitro in modalità aggressiva, ma senza toccarlo. La differenza è sostanziale. In un momento che poteva essere decisivo, a Sassuolo, al 25’ la Juve è rimasta in dieci per una doppia ammonizione a Chiellini e dopo 10 minuti c’era un rigore sacrosanto su Sturaro che grida vendetta davanti a Dio. Poteva essere la pietra tombale. Però mi sembra che chi è andato in conferenza abbia mirato ad altro tipo di responsabilità e colpe: è la vera differenza”.
In sostanza, la Juve si avvicina al quinto scudetto consecutivo in maniera meritata, peccato per la delusione di Champions League contro il Bayern Monaco:
“Il penta scudetto sarebbe una gratificazione inimmaginabile, perché bisogna essere un carro armato, di testa. E quest’anno avevamo tutte le ragioni per non vincere, tra i cambiamenti e una partenza a handicap da primato. Stiamo facendo qualcosa di epocale. Champions? Resta la delusione, ma nessun rimpianto. Come ha detto Guardiola, una squadra come la Juve non deve guardare gli arbitri. Delle volte fischiano a favore, altre contro, ma restano le occasioni che abbiamo mancato per chiudere la partita e non l’abbiamo fatto. Le proprie fortune, spesso, dipendono solo da se stessi”.
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