Oggi è il compleanno di Riccardo Sottil, attaccante esterno della Fiorentina, che si sta preparando assieme ai compagni alla finale di Conference League
Oggi Riccardo Sottil compie 24 anni. Si sta chiudendo una stagione molto importante, il cui senso collettivo e individuale per chi fa parte della Fiorentina dipenderà molto dall’esito della finale di Conference League che si giocherà fra 4 giorni a Praga. Difficile che lui faccia parte dell’undici di partenza contro il West Ham. Non è certo avanti nelle gerarchie a questo punto della stagione decisamente codificate, sarebbe un’autentica sorpresa vederlo in campo. A meno che Vincenzo Italiano si ricordi da dove e come è iniziato questo lunghissimo cammino europeo: 18 agosto 2022, la Viola che ospita il Twente e il figlio di un suo collega – l’Andrea che allena l’Udinese – a far impazzire la difesa olandese con continue accelerazioni sulla sinistra. La rete di Cabral nasce proprio dalla sua decisione di spaccare il campo, per poi regalare al compagno il pallone giusto. Ed anche in tempi più recenti, nei quarti di finale contro il Lech Poznan, è stato lui a trasformare l’atmosfera plumbea del Franchi, che non si capacitava proprio di vedere riaperto un discorso qualificazione che sembrava chiuso – anzi, di più: seppellito – dopo aver vinto 4-1 in Polonia. Lo ha fatto con un bel tiro al volo, tipico di chi ha la testa per cogliere l’attimo nel momento di massimo bisogno. E già solo per questo, a seconda di come si mette con gli inglesi, un pensiero a mandarlo in campo sarebbe giusto, il riconoscimento all’importanza del contributo offerto fino ad ora.
Esattamente una settimana fa, Sottil è entrato dopo un’ora di gioco in Fiorentina-Roma. I viola erano sotto di una rete e lui ha sostituito un evanescente Saponara. Non ha partecipato da protagonista alle due reti che hanno generato il rovesciamento del risultato e del senso del risultato, ma ha fatto il giusto per meritarsi la sufficienza da La Gazzetta dello Sport: «Contribuisce all’assalto, ma non è ancora il peperino velenoso che conoscevamo».
Il giudizio fa riferimento all’annata decisamente tribolata che il ragazzo ha vissuto.
Dapprima ha convissuto con una fastidiosissima ernia del disco. Ha fatto di tutto per non arrivare all’operazione, sottoponendosi a cure con antinfiammatori e antidolorifici, fino a quando ha dovuto arrendersi ed è andato sotto i ferri. Chiaramente il suo monte presenze si è abbassato rispetto agli scorsi. Ma Riccardo è uno abituato a lottare, potrebbe funzionare da esempio a un po’ di figli di papà che non manifestano la stessa tempra. Lo si è visto quando è andato in prestito in Sardegna, due stagioni fa, trovando a Cagliari l’ambiente giusto per dare priva di una certa continuità di prestazioni nella massima serie. É lì che è arrivata la sua prima rete, segnata contro il Crotone salutata proprio dal genitore con parole di grande soddisfazione: «Ora finalmente vedo Riccardo per quello che è. È rinato. Gioca nel suo ruolo naturale, è arrivato il suo primo gol e si trova molto bene con Eusebio Di Francesco. Lo apprezza e io non posso che essere felice per lui».
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Del resto, già da giovanissimo c’erano state altre prove per testare il carattere. Firenze è stata la sua culla, ma Sottil ha saputo uscire dalla sua comfort zone. A partire da quell’esperienza di 6 mesi fatta in una categoria inferiore a Pescara, una di quelle esperienze che ti danno un metro di misura.
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Chissà, magari tanta tenacia gliel’ha ispirata il suo modello di riferimento, dichiarato esplicitamente: «Fin da piccolo Cristiano Ronaldo. L’ho detto sempre e sempre lo sarà. Un esempio, un’ispirazione per tutti i ragazzi, la sua voglia di non accontentarsi mai è incredibile nonostante i 5 Palloni d’Oro vinti».
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