Ci sono scelte, circostanze, che possono accelerare mutazioni che vanno pensate bene. In questa situazione, non così disdicevole, si ritrova Antonio Conte: questione di modulo, di modo di giocare, di impostazione della squadra. Non ci sono segnali di possibile ritorno al 4-2-4 ormai di vecchia memoria, non ce n’è né voglia né necessità a prescindere dal rendimento di Pirlo. Piuttosto però c’è un attaccante che potrebbe partire, stiamo parlando di Fabio Quagliarella, e la sua sostituzione potrebbe appunto portare quell’accelerazione che solo in parte sarebbe un ritorno al passato (inteso come sistema di gioco).
Il bomber di Castellammare di Stabia sarebbe infatti molto lusingato e parecchio tentato da alcune offerte ricevute, provenienti soprattutto da New York e dal Canada, la Juve non farebbe ostruzionismo, pur pretendendo quei 7/8 milioni che le permetterebbero di tamponare e anzi virare sul mercato di gennaio. In pratica, Paratici ha intelaiato con il Sassuolo una bozza di trattativa per anticipare l’approdo in bianconero del giovane talento Berardi, il quale può fare grandi cose da punta esterna, magari a destra pur essendo mancino, dando verve diversa alla Juve in caso di progressivo ritorno al 4-3-3, per ora proposto (e verrà riproposto) in Champions League.
I rapportie sono ovviamente molto buoni tra i due club, addirittura si era già parlato di un prestito di Kasami, che la Juve eventualmente preleverebbe dal Fulham per accontentare Raiola in vista del rinnovo di Pogba, ma è un’operazione che appare obiettivamente complicata. Più facile che quei soldini, invece che sul macedone naturalizzato svizzero, vengano dirottati su Biabiany (al Parma andrebbe Peluso più conguaglio per la metà del cartellino, l’altra appartiene della Sampdoria). Kasami sarà il nome caldo della prossima estate: l’ex Palermo, più di Nainggolan, sarà il vero obbiettivo per il centrocampo futuro di Antonio Conte.
Con Berardi e Biabiany in arrivo in un solo colpo e Quagliarella, Peluso e Motta out, la Juventus punterebbe a un ulteriore salto di qualità generale coprendo un ruolo delicato (e scoperto dall’assenza permanente di Pepe) permettendo forse al tecnico il ritorno alla difesa a quattro. Con altrettanti corazzieri in linea e una fase offensiva più “spinta” in termini di individualità più che di quantità di uomini.
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