Il re del calciomercato, Mino Raiola, protagonista di trattative all’apparenza impossibili, tutte puntualmente andate in porto, amato e odiato indistintamente dai supporters di tanti club, ha fatto il punto del calciomercato riguardo le squadre italiane.
Il discorso non può non ricadere subito su di lui: Zlatan Ibrahimovic. L’asso svedese, portato alla corte di Carlo Ancelotti, al Paris Saint-Germain, al termine della trattativa più clamorosa dello scorso calciomercato estivo, durante la prossima estate, potrebbe essere il protagonista di un’altrettanta clamorosa operazione di mercato: il ritorno alla Juventus.
A riguardo, Mino Raiola fa indiavolare tifosi e giornalisti, rilasciando dichiarazioni categoriche e sibilline allo stesso tempo:
Difficile trovare top players che possano arrivare in Italia, la strada da percorrere prevede ingaggi contenuti, dunque è difficile che uno come Ibra possa tornare in Italia, anche se nel calcio non si può mai dire nulla. Zlatan ha ancora due anni di contratto con il Psg, le cose vanno benissimo.
Secondo Raiola, la Serie A non è più un campionato “per vecchi”, vedi il ritorno di Mario Balotelli e l’esplosione di Mauro Icardi, attaccante della Sampdoria vicinissimo all’Inter.
Successivamente, Raiola ha affrontato il discorso Edinson Cavani. La storia è già nota a tutti: chiunque club abbia voglia di assicurarsi le prestazioni dell’uruguaiano deve sborsare una cifra pari a 70 milioni di euro.
Ecco le dichiarazioni di Raiola a riguardo:
De Laurentiis è stato chiaro, il valore di un giocatore è sempre legato al suo rendimento in squadra. Se solo un pazzo spenderebbe i soldi della clausola rescissoria? Se uno spende 70 milioni per Cavani e non fa un gol, come accadde con Fernando Torres al Chelsea, allora è stato un pazzo, se invece ne fa 40 allora è stato un grande colpo.
Raiola, inoltre, ha voluto quasi “rassicurare” i tifosi del Napoli, in caso di cessione del loro giocatore-simbolo:
Con quella cifra il Napoli potrebbe rifondare completamente la squadra, ma sono le scelte, dall’allenatore ai giocatori, a fare la differenza e a permettere di puntare allo scudetto, come ci ha insegnato il Borussia Dortmund. Non sono solo i soldi a farti vincere, altrimenti il City dovrebbe sempre primeggiare e così invece non è.
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