Beppe Marotta dà l’ok per il trasferimento di Manolo Gabbiadini al Napoli già nel mercato di gennaio. Il dirigente bianconero, in un’intervista al Secolo XIX, spiega:
“Il giocatore è in comproprietà tra noi e la Sampdoria e le comproprietà, entro il 30 giugno, vanno risolte. Si è presentata l’occasione, il giocatore pare sia contento della destinazione. Per noi non ci sono problemi, vedremo come andrà a finire”.
Mancano due giorni alla sfida tra la Juve e la Sampdoria. Marotta è stato dirigente blucerchiato:
“Con Ferrero ho un rapporto cordiale. Ha grandissimo entusiasmo e riesce a trasferirlo alla squadra. Il quarto posto è anche merito della Società. Ma non sono ancora in grado di dare una valutazione piena, è troppo presto. Riccardo Garrone? Rilevò la Sampdoria da Mantovani quando c’era una fiammella. Ora non può più esistere un presidente che spende così tanti soldi dietro a una squadra di calcio. Bisogna pensare il calcio diversamente, bisogna far fruttare le risorse che si hanno e trasformarle in un business”.
Si passa a parlare dei campioni d’Italia:
“La Juve deve vincere e noi giochiamo sempre per questo obiettivo. La Samp, insieme al Genoa, è in assoluto la grandissima novità di questa stagione. Gioca con una spensieratezza e con una così grande libertà che può ottenere grandissimi risultati ovunque. Oggi io sono super soddisfatto di essere alla Juventus. Ho la stima di Andrea Agnelli e sono felice qui. Dopo la Juventus mi vedo in qualcosa di diverso da un club. Anche se ho a casa a Genova e la mia vecchiaia la vedo lì”.
In blucerchiato ci sono giocatori che possono interessare al grande calcio:
“Obiang, Kristicic e Soriano sono maturi per la serie A, ma sono da valutare in un grande club dove ci sono altre aspettative e un giocatore deve avere le caratteristiche per non disattenderle”.
Su Allegri e Mihajlovic:
“In quel periodo sembrava di potesse andare avanti con Conte. Quando Antonio ha deciso di andare via, abbiamo contattato Massimiliano del quale, tuttora, siamo molto contenti”.
Sulla Champions:
“In un campionato tutti i valori reali vengono fuori. In Europa, invece, dipende anche dal caso: basti vedere l’importanza del sorteggio o le condizioni atmosferiche. Il nostro calcio è in crisi per diverse ragioni: si parla solo dei diritti tv, mentre i problemi strutturali sono ben più gravi, a partire dalla mancanza di stadi di proprietà o degli impianti sportivi necessari alla crescita dei giovani. Troppe poche società hanno centri sportivi all’altezza”.
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