Oggi è il giorno del processo di I grado alla Disciplinare per discutere dei presunti illeciti di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio del 2011 in merito alla vicenda del Calcioscommesse. Deferiti oltre a Stefano Mauri, capitano della Lazio, e Omar Milanetto, ex del Genoa, i giocatori del Lecce Massimiliano Benassi, Stefano Ferrario e Antonio Rosati; quelli del Piacenza Carlo Gervasoni e Mario Cassano; Alessandro Zamperini e le società Lazio, Genoa e Lecce. Ecco le richieste del procuratore federale Palazzi:
“Benassi 3 anni e 6 mesi. Cassano 1 anno, in continuazione di quelle precedentemente erogate. Ferrario, squalifica di 3 anni e 6 mesi. Mauri, 4 anni e sei mesi: 3 anni per il primo illecito ritenuto più grave, più sei mesi per l’aggravante, 6 mesi per altro illecito più 3 mesi per incolpazioni rilevanti al divieto di scommessa. Milanetto, 3 anni e 6 mesi. Rosati, 3 anni e 6 mesi. Zamperini, 2 anni di squalifica in continuazione. Genoa, illecito aggravato 3 punti in classica, 2 per l’illecito più 1 per l’aggravante contestata. Lecce, 3 punti in classifica. Lazio, 6 punti in classifica e 20mila euro di ammenda, applicabili per la violazione del diritto di scommesse. Due punti per l’illecito e 1 per l’aggravante (sia per Lazio-Genoa che per Lecce-Lazio)”.
Palazzi contesta a Mauri le telefonate con Zamperini e si chiede “per quale motivo doveva contattarlo con la scheda coperta se lo scopo di quella scheda erano le scommesse sul tennis e sul basket? Non regge questa ricostruzione alternativa“. Per Lazio-Genoa sotto accusa anche gli undici sms tra Mauri e Aureli (il gestore della ricevitoria e amico di Mauri) e tra Cassano e Gervasoni a Livorno. Dopo una serie di telefonate entrano in gioco Gegic e Ilievsky. Secondo Palazzi non si può mettere in discussione l’attendibilità della descrizione di Gervasoni (trascrizione della requisitoria effettuata in diretta da lalaziosiamonoi.it): “Attendibilità confermata da una serie di riscontri esterni. Molti difensori si sono soffermati su una diversa patente del test attribuito dal Tribunale Nazionale Arbitrato dello Sport (che lo ha bollato come inattendibile, ndr). Noi non siamo d’accordo perché il giudizio è di natura arbitrale, quindi diverso da quello disciplinare in senso stretto. Inoltre spesso, vista la diversa composizione del collegio, sono arrivati giudizi diversi sull’attendibilità di Gervasoni”.
Il procuratore si chiede, inoltre, perché “in meno di 3 ore ci sono 80 contatti tra Zamperini e Mauri. Voi pensate che questi contatti, in una partita così importante per la Lazio siano destinati alla consegna dei biglietti, oppure al perfezionamento di un accordo? Il report di skysport 365, che parla di partita sospetta, è un ulteriore elemento di riscontro della fase esecutiva“. Palazzi elenca la rete di contatti tra Ferrario, Ilievsky, Mauri e Zamperini. In Lecce-Lazio pesano, secondo l’accusa, i corrieri ungheresi allertati e poi partiti con il denaro in direzione dell’albero di Ilievsky, e l’ammissione di Ferrario (unico riferimento di Zamperini) che ammette di essere stato contattato da Zamperini per alterare la partita.
Per Palazzi, inoltre, “il fatto che non ci sia un contatto diretto tra Mauri e gli organizzatori non prova molto“, poi la smontatura del dubbio sul tempo impiegato da Corso Francia a Formello (25 chilometri, non pochissimi in realtà): “Per quanto riguarda la suggestiva ipotesi che non sia possibile uno spostamento di Zamperini da Formello alle 12.44 a Formello fino alle 12.56 a Corso Francia, avete visto la macchina che utilizzava? Una Porsche“.
Questa la replica di Grassani, avvocato del Genoa e di Milanetto:
“Non ci sono prove ma congetture, mentre noi abbiamo portato prove inconfutabili come le dichiarazioni dei giocatori del Genoa. Come pensate che sia possibile poi che nell’albergo dove si stava svolgendo la riunione tecnica della squadra prima della partita, un giocatore come Milanetto – non un Primavera ma un titolare – potesse assentarsi per andare al bagno e prendere parte a questo incontro?”, questo uno stralcio dell’arringa difensiva”.
Durissimo l’avvocato del Genoa, Maurizio Mascia:
“Alla luce di tutto quello che abbiamo sentito, mi sento di poter parlare di degrado probatorio. Si tratta quasi di una disperazione probatoria, non credo si sia raggiunto il minimo elemento nemmeno argomentativo, al confronto delle testimonianze scritte dei tesserati. Che diventano credibili dalla sanzione che ne potrebbe scaturire nel caso in cui si rivelassero false. Milanetto deve avere contro delle prove prima di essere costretto a proporre delle controprove”.
Queste, invece, le parole di Milanetto:
“Ho dedicato 20 anni della mia vita a questo sport, che ho amato e seguito con passione. Sono d’accordo con Palazzi quando dice che è una tristezza che questo sport si sia ridotto così. Io mi sono messo a disposizione per dimostrare la mia estraneità e ancora oggi sono qui per metterci la faccia, convinto di non aver fatto niente di male. Sono qui per ringraziarvi per quello che farete. È un anno e mezzo che combatto contro questa spada di Damocle e mi scoccia di avere un’ombra così pesante. Non credo di meritarla”
La riflessione di Francesco Maresca, avvocato di Mario Cassano:
“Ci scontriamo contro un muro di gomma come la giustizia sportiva. Non possiamo trovare un sostegno all’attendibilità di Gervasoni perché è andato a patteggiare, anzi. Gervasoni esce dal processo proprio per non avere altri problemi e non dover dimostrare a tutti quanti noi una volta per tutte chi lui sia in realtà. Anche perché noi non abbiamo mai avuto modo di parlarci in due anni, e questo è un difetto genetico di questo processo”.
Le parole di Amilcare Buceti, uno dei legali di Stefano Mauri:
“Credo che alle 19.30 il presidente voglia chiudere l’udienza. Parlerò alla fine, mi pare irrispettoso anticipare argomenti difensivi. La richiesta di 4 anni è afflittiva, la giudichiamo fondata su presupposti insussistenti che evidentemente partecipano a quel disegno e a quell’accanimento nei confronti di Mauri. È una richiesta pesante che colpisce anche la squadra e questo per Stefano è motivo di profonda tristezza. Stefano non lo abbiamo ancora sentito, lo sentirò stasera. Lo sviluppo degli argomenti di Palazzi era prevedibile e scontato, è un lavoro ben confezionato, che noi riconosciamo al procuratore federale. La parola accanimento non va intesa necessariamente in senso negativo. Intendo dire che c’è un’attenzione particolarmente decisiva nei confronti di Mauri. Non possiamo non constatare come la procura federale abbia avuto la necessità di tre deferimenti per confezionare l’atto di deferimento, sono state chieste tre proroghe. Messaggio ai tifosi? Ne parliamo domani, sono la persona meno indicata, non posso non avere a cuore la sorte di Stefano e quindi anche quella dei tifosi. È un vicenda che deve chiudersi rapidamente speriamo nel migliore dei modi”.
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