Durante il consiglio di Lega tenutosi ieri a Roma (quello in cui è stato deciso che la Supercoppa Italiana si giocherà a Roma con relative polemiche) è stato deliberata una modifica importantissima destinata a far discutere (e probabilmente a esser bocciata alla fine dell’iter promulgativo): dal prossimo anno il Campionato Primavera passerà da 42 a 20 squadre, in soldoni vi parteciperanno solo le venti formazioni di Serie A. Fino alla stagione appena terminata con la vittoria della Lazio, si giocavano tre gironi da 14 con final-eight a giugno, da ottobre prossimo i gironi, creati su base geografica, dovrebbero essere due da 10, quindi un secondo da 10 con semifinali e finali.

Il perché di questa decisione? I presidenti di A, almeno quelli presenti ieri in consiglio, intendono rendere più competitivo il torneo per meglio formare i loro giovani, soprattutto dopo che non è stato possibile trovare un accordo per quanto concerne il campionato riserve (sul modello inglese) o le squadre B in Lega Pro come accade ad esempio in Spagna e Germania. Il tutto però esclude dalla competizione le squadre di Serie B, con polemiche inevitabili e secondo il giudizio di chi scrive molto condivisibili; riportiamo a proposito le parole del presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi:

“E’ una cosa negativa. Non so se hanno l’autonomia per deciderlo ma sarà oggetto di approfondimento. Noi facciamo grandi investimenti per il vivaio ed il tutto ci penalizzerebbe in maniera catastrofica. Se settori giovanili come il nostro smettono di investire è un problema per tutto il calcio italiano. In A, però, non tutti sono d’accordo: è passata in Consiglio di Lega ma il percorso non è finito e non è detto che questo porti ad una certa fumata bianca. E poi deciderà il Consiglio Federale, il format dei campionati non lo decide la Lega di A o di B. Fanno tanto per favorire gli investimenti e poi club come noi, Brescia e Reggina, per esempio, ci ritroviamo provvedimenti simili. Mi sembra ridicolo per il calcio in generale”.

Gli fa l’eco il direttore sportivo del Palermo Giorgio Perinetti:

“Una decisione che ci addolora e che non condividiamo. Non avremmo condiviso neanche se avessimo fatto ancora parte della Lega Serie A. Visti i valori delle nostre squadre giovanili, ampiamente testimoniati dai risultati ottenuti, anche i nostri ragazzi avrebbero meritato la chance di confrontarsi con le formazioni del massimo campionato”.

L’impressione è che non sia finita qui.

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ultimo aggiornamento: 28-06-2013