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Cannavaro: «Il mio trasferimento alla Juve? All’Inter saranno pentiti. Lippi il mio secondo papà»

Cannavaro: «Il mio trasferimento alla Juve? All’Inter saranno pentiti. Lippi il mio secondo papà». Le parole dell’ex difensore

Fabio Cannavaro, ex difensore della Juventus e della Nazionale, si è raccontato al Corriere della Sera in occasione dei suoi 50 anni.

I 50 ANNI – «É una tappa importante. L’età della serenità, ecco. Oggi sono un uomo più vecchietto (ma anche no), mi sento bene e in forma e di questo ringrazio Dio. Tiro la linea: ho fatto calcio ad alti livelli, ho iniziato nella squadra della mia città, ho vinto in piazze importanti. Sono l’ultimo italiano che ha un Pallone d’Oro in bacheca. Ho avuto fortuna Forse sì. Ma sono stato anche bravo a farmi trovare pronto. Bisogna saperci salire sui treni, quando passano. Non ho mollato nulla. E mica è finita…».

CARRIERA DA GIOCATORE – «Un soldato: allenamenti, rigore, pasti salutari e lavoro. Concentrato solo sull’obiettivo. Ho fatto sacrifici, tantissimi. ma non mi pesavano. Sono partito dalla strada, arrivare a giocare a certi livelli non era semplice. Ci devi mettere tutto te stesso. Mi auguro di essere un esempio per i miei figli».

SENZA SQUADRA – «Perché sono tutti convinti che l’allenatore debba fare la gavetta in Italia, come se l’esperienza all’estero non contasse. Invece è fondamentale, ti apre la mente, ti forma».

MOGLIE – «Senza il suo sostegno sarebbe stato più difficile. Sono tornato dalla Cina dopo il Covid perché sentivo la mancanza della mia famiglia».

DALL’INTER ALLA JUVE – «Avevo un infortunio alla caviglia, il secondo anno non si sono fidati e probabilmente quando sono andato via si sono pentiti».

UN PENSIERO PER LIPPI – «Per Marcello Lippi, il mio secondo papà».

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