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Caos Livorno: Perotti indeciso, conti in rosso, giocatori con la valigia


Ieri l’esonero di Davide Nicola, allenatore del Livorno sin dal giugno 2012 e di fatto primo artefice della promozione in Serie A dei labronici, aveva spalancato le porte della panchina amaranto ad Attilio Perotti, già collaboratore del presidente Aldo Spinelli e fautore dell’arrivo proprio di Nicola all’Ardenza un anno e mezzo fa; l’ex allenatore di Genoa, Bari e Empoli, 67 anni, dopo alcuni tentennamenti aveva deciso di accettare l’incarico proprio come due anni fa quando, in Serie B, alla fine salvò la squadra con 10 punti in 4 partite subentrando ad Armando Madonna. Sembrava un normale avvicendamento, ma nella conferenza stampa di presentazione di ieri è accaduto l’imprevedibile con alcuni ultras livornesi, una ventina a quanto pare, che si sono schierati apertamente con Nicola, così come alcuni giocatori che hanno chiesto la cessione. Fino a quel momento l’allenatore bresciano aveva detto:

“Ho deciso di accettare l’incarico per dare continuità a questo sodalizio nel quale ho lavorato in questi due anni. Faremo di tutto per raggiungere la salvezza e poi comunque programmare il futuro. Non lo faccio certo per i soldi né per il prestigio, ma solo perché ho visto che si può dare continuità a questo club con il mio lavoro. Anche se Spinelli dovesse lasciare la guida, il Livorno passerebbe ad una nuova proprietà, che darebbe precise garanzie. Chi non crede nel progetto e chiederà di essere ceduto sarà accontentato. Ovviamente cercheremo al loro posto di tali elementi in uscita di prendere altri giocatori all’altezza della situazione. Il licenziamento di Nicola rappresenta una sconfitta per tutti noi. Io stesso lo avevo portato qua a Livorno nell’estate del 2012. Non potevo abbandonare la nave e non potevo rifiutare la proposta del presidente Spinelli”.

Poi il diktat dei sostenitori della squadra che hanno chiesto a gran voce di non procedere con l’avvicendamento in panchina, da cui le perplessità di Perotti che ha chiosato: “Alla luce di questa presa di posizione del cuore pulsante della tifoseria, preferisco rifletterci un po’. Preferisco dormirci sopra prima di decidere se accettare l’incarico“. Secondo Di Marzio la cena di ieri tra Perotti e Spinelli ha fugato i dubbi del primo che ha ricevuto precise garanzie dalla proprietà. Pare l’ultima presa di posizione netta e forte dell’imprenditore ligure in seno al Livorno Calcio dato che le intenzioni dell’ex numero uno del Genoa sono quelle di lasciare a fine anno, almeno a sentire le sue incontrovertibili parole:

“Entro il 16 febbraio vanno trovati 3 milioni di euro per gli stipendi, altrimenti scatterà la penalizzazione. Chi vuole andare via verrà accontentato. Non rifiutiamo più nulla. Facciamo la rivoluzione, in uscita e in entrata, ma con un occhio al bilancio. Nicola? Voglio molto bene a Davide, ma nell’ultimo periodo ha commesso qualche errore. La squadra è spenta, non ha grinta e quando va in svantaggio non reagisce. Serviva una svolta. Perotti conosce molto bene l’ambiente e i giocatori e ci ha già salvato una volta dalla retrocessione. Se lascio? Prima voglio salvare la società perché desidero uscire pulito. Chi viene l’anno prossimo avrà, in B, un buon numero di elementi su cui puntare per programmare la risalita immediata. Non parlo di B perché ho perso le speranze salvezza, ma c’è anche la possibilità che si torni in B. Capita di salire in A e di scendere. L’importante è che i libri contabili siano a posto”.

E per esserlo bisognerà cedere e dopo il terremoto conseguente alla sconfitta interna col Parma nessuno è più convinto di rimanere a Livorno; a partire da Pasquale Schiattarella che si è già accordato con lo Spezia, ma sono sul punto di lasciare anche Luca Belingheri, destinazione Cesena, e Paulinho, che intriga la Lazio (ha proposto Perea in cambio). Una situazione che smorza, e di tanto, l’entusiasmo in città, orgogliosa della risalita in massima serie dopo i play-off e ben avviata anche in Serie A dopo un inizio sorprendente: l’ultima vittoria contro l’Atalanta il 3 novembre, poi sette sconfitte con in mezzo un solo pareggio, quello contro il Milan (2-2 il 7 dicembre). Oggi sicuramente se ne saprà di più, ma in generale fino a fine gennaio la situazione rimarrà molto molto calda e sulla Terrazza Mascagni non si parlerà d’altro.



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