Non si placano ancora le polemiche relative all’eliminazione dell’Italia dai Mondiali di Brasile 2014. L’uscita degli azzurri al primo turno ha lasciato pesanti scorie nello spogliatoio e i cosiddetti “senatori”, capitanati da Gigi Buffon, non perdono occasione per bacchettare le nuove leve. Oggi è toccato proprio al numero uno della Juventus lanciare nuovi strali verso i giovani: “Dovrebbero arare i campi di gioco. I vecchi tirano sempre la carretta”. Nonostante le voci di screzi dei giorni scorsi, però, Buffon ha avuto parole distensive nei confronti di Antonio Cassano: “Si è comportato bene, con i suoi pregi e i suoi difetti. Sono disarmato di fronte a questo voler seminare zizzania”.

Nonostante ciò, stando a quanto riporta ‘La Repubblica’, ‘Fantantonio’ ce l’avrebbe ancora a morte con il portierone bianconero, a cui avrebbe detto proprio all’indomani dell’eliminazione dai Mondiali: “Abbiamo vinto solo quando non c’eri”. Quanto al ‘potere’ dei senatori nello spogliatoio, Cassano avrebbe puntualizzato: “Vogliono decidere tutto loro”. Il riferimento è in primis a Buffon, ma anche all’ex compagno di squadra alla Roma, Daniele De Rossi. Stando a questi retroscena, risulta più comprensibile lo scambio di battute tra lo stesso Cassano e Buffon prima di scendere dall’aereo a Malpensa: il capitano azzurro canticchia una motivetto, il barese lo prende in giro, il numero uno lo incalza “lo prenderei a schiaffoni”.

Quanto allo scarso impegno di alcuni componenti della spedizione azzurra, i cosiddetti “giovani”, anche molti non lo sono più, Cassano non vuole sentirne parlare e passa al contrattacco:

“Ci siamo impegnati e abbiamo lavorato come gli altri, fatto tutto quello che potevamo, non è possibile che questi devono sempre fare la morale e dividere i buoni dai cattivi. Se avessimo vinto, vincevano loro. Invece abbiamo perso soltanto noi”, le parole di Fantantonio riportate ancora da Repubblica.

Insomma, chi dovrà ricostruire la nazionale italiana, dal nuovo presidente federale al commissario tecnico che prenderà il posto del dimissionario Cesare Prandelli, avrà molto da lavorare: prima ancora di costruire una squadra competitiva, dovrà ricostruire uno spogliatoio, nel quale le crepe c’erano da tempo, ma con l’eliminazione dal mondiale sono diventate vere e proprie spaccature.

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