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Catania, Pulvirenti ci crede: “Ciclo tutt’altro che finito, ci salviamo”

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Antonino Pulvirenti non molla, anzi rilancia: il numero uno dei Catania, ultimo in classifica e secondo molti addetti ai lavori (ma anche appassionati in generale) prossimo alla retrocessione in Serie B, continua a vedere il bicchiere mezzo pieno, difende il suo lavoro nonostante l’annata oggettivamente negativa e parla di progetti futuri come se l’incubo cadetteria non fosse dietro l’angolo. Risponde alle domande dei tifosi tramite la Gazzetta dello Sport con la solita grinta, con ottimismo rinnovato e con dovizia di particolari, non si tira indietro quando criticato ma rilancia sempre con dialettica verve; insomma, se dalle parti del capoluogo etneo qualcuno era definitivamente caduto in depressione dopo gli ultimi scivoloni, dopo aver letto le parole di Pulvirenti potrebbe aver ricominciato a sperare. O forse è un disperato tentativo di infondere positività nell’ambiente. O ancora un bluff. Tant’è, per il numero uno dei rossoazzurri non esiste parlare di cicli finiti o di retrocessioni con nove turni di anticipo:

“Le nostre possibilità di salvezza sono quelle espresse dalla classifica, ancora molto corta in coda. Giocando con la stessa intensità che ci ha permesso di rimanere in partita fino alla fine contro la mostruosa Juventus che in questo campionato ha vinto 25 partite su 29, potremmo fare risultato contro chiunque. E quindi accelerare. E salvarci. Il nostro ciclo non è finito. Perciò non è tempo di bilanci ma di lavoro”.

Una delle eccellenze a livello europeo del Catania Calcio è senza ombra di dubbio il centro sportivo di Torre del Grifo, una struttura all’avanguardia che dà lustro a un’intera provincia; nella mente di Pulvirenti è ora di spiccare il volo e regalare alla città anche un nuovo stadio di caratura continentale:

“Ho la stessa passione di sempre e lavoro con i miei collaboratori per dare radici profonde al nostro club: sto per volare in Galles, per osservare da vicino il nostro modello di stadio, quello dello Swansea. Venticinquemila posti, copertura integrale, soluzioni avveniristiche sotto ogni aspetto: sarà pronto entro il 2017. Come il centro sportivo? Il progettista è lo stesso, l’ingegnere Stancanelli, quindi… Con il nuovo stadio saremo una realtà invidiabile su scala europea: capitale sociale appena incrementato, licenza Uefa e rispetto del ‘fair play’ finanziario, bilanci in ordine da anni e in positivo come pochissime società, il centro sportivo ‘più bello d’Europa’ secondo voci autorevoli del grande calcio e un nuovo stadio, appunto… Secondo lei, e le sorrido mentre parlo, sono stanco o sono felice e orgoglioso di essere il presidente del Catania?”.

Quando si entra nel merito di discorsi tecnici, ancora una volta il massimo dirigente catanese è foriero di particolari; secondo lui gli infortuni a raffica hanno compromesso parte di stagione negando punti preziosi alla squadra, ma anche il rendimento al di sotto delle aspettative di alcuni giocatori come Tachtsidis e Maxi Lopez. Di sicuro difende il mercato, tanto quello estivo quanto quello di rafforzamento nel gennaio scorso:

“Rispetto all’anno scorso, tra i titolari, oggi mancano all’appello soltanto Marchese e Gomez. Nei loro ruoli sono arrivati: Biraghi, Monzon, Leto, Boateng e poi Fedato. In più, in altri reparti, alla conferma di tutti gli uomini migliori si sono aggiunti elementi di caratura internazionale come Peruzzi, Plasil, Rinaudo. Il Sassuolo ha fatto meglio di noi a gennaio in sede di mercato? Abbiamo ‘solo’ riportato un calciatore tra i più forti d’Italia nel suo ruolo, Lodi, in più abbiamo ingaggiato anche un giocatore molto quotato in ambito internazionale e già ben inserito nel tessuto della squadra, come l’ex capitano dello Sporting Lisbona Rinaudo, e un attaccante dell’Under 21, Fedato. Il nostro mercato precedente, quello estivo, era già stato legittimato da giudizi carichi d’entusiasmo”.

Dunque focus sulla volata salvezza, peccato però che il calendario aiuti poco; già affrontare Livorno, Chievo e Sassuolo (un solo punto racimolato), nelle ultime nove gare gli etnei avranno cinque partite al Massimino: due contro Napoli (stasera) e Roma, altre tre contro formazioni senza obiettivi come Torino, Sampdoria e Atalanta (almeno sette punti saranno indispensabili). Con 27 punti però non ci si salva e dunque bisognerà dare tutto anche lontani dalla Sicilia: Udinese, Milan e Verona avranno pure poco da dire ormai alla classifica, ma di fronte ai propri tifosi non regaleranno nulla, alla penultima poi la sfida di Bologna potrebbe già essere inutile. Auguri di cuore, Catania.



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