Il calcio italiano è visibilmente in fermento per quanto sta accadendo a Parma, ma tra le tante parole che si stanno sprecando in questi giorni ce ne sono alcune decisamente fuori dal coro che non passano di certo inascoltate. Quanto espresso dal presidente della Sampdoria Massimo Ferrero ha avuto una eco importante, quella di fare una colletta per far finire il campionato ai ducali è una proposta in qualche modo lodevole e sotto banco ne stanno discutendo diversi presidenti del massimo campionato, ma c’è una squadra che non ci sta e tramite il suo presidente Giorgio Lugaresi e il direttore sportivo Rino Foschi esprime tutto il suo dissenso per tutte le ipotesi ventilate nelle ultime ore. Rispetto per gli uomini, nessuno per la società, e dare torto al Cesena appare davvero difficile.
Foschi, artefice l’anno passato di una promozione in Serie A con un budget ridotto, è un fiume in piena:
“Il caso Parma non deve procurare figli e figliastri, ce ne sono stati tanti recentemente e non è il caso che la storia si ripeta. Noi a Cesena abbiamo fatto i salti mortali, dovrei dire i miracoli, per tenere in piedi tutto. E abbiamo notato come Siena e Bari siano stati tutelati fino in fondo, con i risultati che conosciamo. Adesso non ci stiamo, non vorremmo che si ripetessero certe cose. Noi abbiamo dovuto evitare di fare mercato a gennaio, semplicemente perché non potevamo. Ho avuto anche problemi con la mia gente di Romagna che mi ha accusato chissà di quale dimenticanza… Ma cosa? Non potevamo muoverci, non potevamo far saltare il banco con un paio di mosse avventate. Siamo stati corretti, precisi, coerenti fino in fondo”.
Effettivamente il club bianconero a gennaio è stato clamorosamente fermo sul mercato nonostante la situazione drammatica di classifica, ma i conti sono a posto, i giocatori vengono pagati addirittura prima del tempo e ora il Cesena si aspetta che ad essere aiutate siano società serie, non chi ha sperperato per mesi salvo poi trovarsi in mutande:
“Al Parma hanno permesso di fare tutto, di muoversi con acquisti su acquisti malgrado non ci fossero i presupposti, con questi risultati. Crediamo ancora nella salvezza, ma auspichiamo situazioni chiare e trasparenti. Noi siamo corretti, ma ci piacerebbe che il nostro comportamento non fosse scambiato per stupidità. Non siamo polli, abbiamo rispettato le regole, pretendiamo lo stesso rispetto. Io già mi sento danneggiato, sul mercato a gennaio anche il Cesena avrebbe potuto prendere un paio di calciatori infischiandosene del bilancio e di certi paletti insormontabili. Quindi va tutelato chi ha agito rispettando le regole. Altrimenti, saremo i primi ad alzare la voce. Anzi, siamo già pronti…”.
Come suo solito Lugaresi affida invece a Facebook il suo pensiero che non si discosta nemmeno di un centimetro da quello del suo ds:
“Parma-Udinese non si giocherà. E’ stata rinviata! Perché? Non hanno nemmeno i soldi per aprire lo Stadio! Ma com’è possibile?? Una sputtanata per tutto il calcio professionistico di serie A, esagerata! Ne pagheremo tutti le conseguenze. Noi ci sbattiamo ogni giorno per far quadrare i conti. Rinunciamo ad acquisti che sarebbero serviti a rinforzare l’organico. Cediamo giocatori per poter far fronte agli impegni economici. Riusciamo a pagare i tesserati in anticipo rispetto le scadenze. Riempiamo lo Stadio di Cesena e siamo il nono pubblico in Italia. A Parma, il costo al mese, di stipendi per i giocatori e tecnici è di circa, tre milioni al mese. A Cesena, meno di un milione! Un terzo! A Parma, quattro o cinque Presidenti in due mesi (ho perso il conto), a Cesena solo cinque dal 1940! Un campionato chiaramente condizionato da questa situazione anomala del Parma. Mi auguro che la F.I.G.C., la LEGA Calcio di Serie A e la Procura Federale vigilino con grande attenzione, perché: NOI NON MOLLIAMO DI UN CENTIMETRO! Forza Cesena!!”.
La situazione economica dei romagnoli non è rosea, ma semplicemente perché la proprietà non ha abbastanza soldi; per questo ragiona con quel che ha e attualmente il patrimonio più importante ha il nome di Gregoire Defrel (guarda caso in comproprietà col Parma): coi soldi della sua cessione a giugno (piace a Palermo, Fiorentina e addirittura Juve) potrà respirare che sia ancora Serie A o che si riparta di nuovo dalla cadetteria. Ma le piccole società hanno sempre ragionato in questo modo e giustamente oggi si sentono umiliate vista la deprimente situazione che si sta vivendo a Parma.
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